Gianluca: «Diventerò bravo come il papà»
NOALE. Gianluca, hai cominciato prima a pattinare o a camminare? Scherzi a parte, quando hai cominciato a pattinare?
«A settembre saranno 4 anni da quando ho cominciato».
Cosa ti dicono mamma e papà prima delle gare?
«La mamma riesce a capire il mio stato d'animo, il papà invece mi dà la sicurezza prima di entrare in pista e mi aiuta nello svolgimento della gara».
Segui i loro consigli?
«Sì, credo molto nei consigli dei miei genitori e mi ispiro molto a mio padre».
È lui che ti allena?
« Sì, papà dedica quotidianamente tempo alla sua passione e la trasmette a me e a tutti i miei compagni di squadra dello Spinea.
Cosa vuol dire essere campione italiano a 12 anni?
«È stata una sorpresa. Sapevo di essermi sempre impegnato, ma anche che sarebbe stata dura. Avevo tante persone che mi erano vicine e che credevano in me. Sono ancora molto emozionato e questa vittoria mi ha motivato ancor di più per andare avanti».
Quali sono le specialità che ti piacciono di piu?
«All’inizio le gare sprint, poi mi sono pian pian avvicinato alle gare di fondo. Il mio titolo è stato sulla gara sprint e il secondo posto sulla gara di fondo. Da quando ho finito il campionato italiano, però mi piace competere in qualsiasi gara».
Hai un sogno?
«Sì, vorrei diventare come mio papà».
Padre e figlio, dunque, uniti anche nell’intervista. E le parole genuine di Gianluca toccano papà Luca, che nel 2004 ha vinto gli ultimi due due titoli mondiali e sul podio è salito con Gianluca appena nato. C’è anche una foto, sua, con il campioncino appena nato, in braccio.
«Ricordo bene quel giorno, quella foto» racconta ora Luca Presti, «l'ho appesa in una stanza e la guardo spesso. Speravo tanto che un giorno mio figlio iniziasse a pattinare».
Cosa ha provato a vedere Gianluca sul gradino più alto del podio agli italiani?
«Devo ammettere che mi sono commosso, più di quando a vincere ero io. Non pensavo potesse ottenere un risultato del genere così presto. Ero convinto potesse raggiungerlo magari tra un paio d'anni».
Una famiglia cresciuta a "pane e pattinaggio"...
«All’inizio a Gianluca il pattinaggio non piaceva, Ha cominciato col calcio, poi l’atletica e poi la piscina. Quattro anni fa, quando sua mamma ha iniziato ad allenare per qualche anno i piccolini, lui voleva starle accanto e così ha iniziato».
Dopo una splendida carriera, consiglia al figlio?
«Gli raccomando di essere corretto e di restare umile.
Il pattinaggio è cambiato?
«Con l'introduzione del pattino in linea, questo sport è cambiato moltissimo. Le piste sono cambiate e anche i ritmi di allenamento e la velocità è maggiore. Una volta l'Italia era una delle nazioni più forti, ora non è più così e anche a livello di nordest siamo calati. Bisogna ripartire dai più piccoli».
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