Giacomo, primo tifoso del Mestre La squadra raccoglie fondi per lui

Calcio a 5 serie C/1. Uno sfortunato quindicenne di Mogliano non manca mai alle gare degli arancioni La mamma Stefania: «Nostro figlio ha un bellissimo rapporto con l’allenatore e i giocatori»

MESTRE. Il Città di Mestre in serie C/1 di calcio 5, che sta lottando per coppa e campionato, ha tra il suo pubblico un tifoso “speciale”, un fan che non manca mai agli appuntamenti casalinghi. Giacomo Giacomin di Mogliano, 15 anni, è tra i primi tifosi degli arancioneri del futsal sempre pronto a sostenerli con il suo sorriso. Con lui alle partite al Franchetti ci sono sempre papà Fabio e mamma Stefania con il fratellino Riccardo, una famiglia unita nelle difficoltà. Difficoltà che per Giacomo sono sorte subito alla nascita quando al momento del parto gli fu inflitta una sofferenza fetale che lo portò ad una paralisi cerebrale infantile. Per questo i suoi genitori sono ancora alle prese con una lunga battaglia legale con la struttura ospedaliera.

«Un giorno Davide Montagner, mister del Città di Mestre», racconta la mamma Stefania Moretto, «ci ha detto che avrebbero fatto un partita per Giacomo per raccogliere fondi. La garà è stata disputata prima di Natale. Nostro figlio ha un bellissimo rapporto con l’allenatore e con i ragazzi della squadra. Li cerca, gioisce e, dopo ogni vittoria, esulta con loro quando gli vanno incontro e intonano Mestre, Mestre».

Ma la partita benefica è stata solo una goccia nel mare. Per chi volesse dare una mano c’è il conto corrente della famiglia Giacomin IT52 D062 2561 8051 0000 0000 099.

A Giacomo, per le conseguenze del trauma alla nascita, è così stata diagnosticata una tetraparesi distonica che gli impedisce di parlare, muoversi e compiere i più normali gesti quotidiani. «Da come ci avevano descritto la situazione i medici subito dopo la nascita, per loro Giacomo avrebbe dovuto rimanere su una sedia a rotelle, seduto per sempre», continua la mamma, « oggi a modo suo mangia di tutto, con i tempi della sua masticazione, cammina sostenuto, e, pur non potendo parlare, grazie a della comunicazione aumentativa fatta di fotogrammi, uso del pc con una tastiera particolare e aiutandolo con il braccio riesce a esprimersi».

Piccoli traguardi conquistati con la determinazione e la costanza che solo l’amore di un padre e di una madre possono fare, come troppo spesso purtroppo accade in situazioni come questa. «Da sempre, dopo essere stati catapultati in questa realtà, abbiamo cominciato a cercare il modo di aiutare nostro figlio che adesso frequenta la prima liceo a Mogliano. All’inizio in un paio di occasioni la nostra Asl è riuscita a coprire per l’80% le spese per le cure fisioterapiche, l’unico modo di aiutare Giacomo. Poi più nulla. Adesso cerchiamo di andare almeno due volte all’anno in una clinica specializzata slovacca: qui in Italia c’è poco o nulla». Una spesa fissa di quasi 6.000 euro alla volta. «Sempre più difficile da sostenere. Ma non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno».

Alessandro Torre

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