Finale tricolore Casellato sogna con il suo Mogliano

MOGLIANO VENETO. 80 minuti per mettere la propria firma in calce a una delle pagine più incredibili nella storia recente del rugby italiano: Mogliano parte in mattinata per Prato con un sogno nel...

MOGLIANO VENETO. 80 minuti per mettere la propria firma in calce a una delle pagine più incredibili nella storia recente del rugby italiano: Mogliano parte in mattinata per Prato con un sogno nel cuore e un obiettivo nella testa, battere i Cavalieri toscani nel loro fortino per aprire un ciclo nel momento in cui se ne chiude un altro, quello marchiato a fuoco con il nome del suo allenatore Umberto Casellato. «Non potrei lasciare in modo migliore, oggi si chiude un percorso durato tre anni assieme ad un gruppo di lavoro meraviglioso, fatto di amicizie vere che mi mancheranno molto». Un film, quello del prossimo tecnico dei trequarti delle Zebre federali, cominciato in laguna negli anni d'oro del defunto Veneziamestre. «Un club al quale sarò sempre grato» racconta Casellato, «mi hanno affidato la panchina in Eccellenza nel 2007, io che all'epoca ero il tecnico più giovane di tutto il campionato, fu un azzardo, ma se oggi mi posso giocare questa chance professionale lo devo proprio a loro». Per Casellato questo di Prato è l'ottavo match-scudetto. «Sì, ma il primo da allenatore, e spero proprio di non replicare la media tenuta da giocatore, visto che con la maglia del Treviso su sette finali ne ho perse cinque...». Dentro da titolari "Dado" Candiago e Ivan Gianesini, gli ultimi due capitani targati Casinò di Venezia: «Siamo carichi ma sereni, ognuno di noi sa cosa può e deve fare, ma soprattutto sa che il treno di un scudetto non passa tante volte nella vita: loro sono favoriti, ma arrivati fino a qui dei pronostici non ci interessa proprio niente».

Gianluca Galzerano

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