Ex karateka Professionista ricercato dai grandi tecnici
VENEZIA. Un pioniere a tutto tondo: campione di karate quando in Italia la disciplina era praticata da pochi, uomo di punta della psicologia dello sport prima della sua fase di sviluppo. Bruno Demichelis ha saputo lasciare il segno ovunque si è mosso, spesso lavorando dietro le quinte, preferendo le seconde linee ai riflettori.
Classe 1947, veneziano del centro storico poi trapiantato al Lido di Venezia, ha trascorso i primi anni dell’infanzia a conoscere il karate (kumite) e poi altre arti marziali. È stato due volte campione europeo di kumite nel 1974 e 1975, e due volte argento mondiale nel 1971 e 1977 a Tokio. Una delle due finali iridate, quella contro il nipponico Tanaka, ancora grida vendetta. Erano tempi in cui il Giappone non poteva permettersi di perdere. Tanaka si impose nella prima fase del mondiale, poi il gigante veneziano se lo ritrovò di fronte in finale, ma la giuria decise che valeva la sfida eliminatoria e di non disputare la finale per l’oro. Cose dell’altro mondo, appunto, ma un peccato perché quel titolo poteva essere il coronamento a una carriera unica all’epoca per un europeo. «Dopo quei mondiali ho capito che si era concluso un ciclo e ho abbandonato l’agonismo con serenità» spiega Demichelis.
Da maestro e istruttore ha formato tanti campioni veneziani del karate divenuti poi a loro volta maestri, quindi la psicologia ha preso il sopravvento, specialmente se applicata agli ambienti di lavoro e allo sport.
Nel 1985 è arrivato alla Fininvest proprio per formare i manager dell’azienda di Silvio Berlusconi. L’anno successivo il “cavaliere” acquistò il Milan, e così Demichelis propose di applicare le sue capacità anche alla squadra rossonera. «Dopo mesi di attesa ebbi finalmente un incontro ad Arcore con il presidente» racconta «nella sua villa parlammo per ore, poi arrivò l’ok». Iniziò a lavorare sulla squadra primavera accanto a Fabio Capello, poi nacque MilanLab. Seguirono anni di successi, le esperienze al Chelsea con Carlo Ancelotti e nella National Hockey League con i Vancouver Canucks, squadra canadese di vertice nell’hockey su ghiaccio nordamericano. Quindi il ritorno al Milan e ora nel suo Lido di Venezia. (s.b.)
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