Evelyn Mayr dice basta «Non voglio operarmi»

MESTRE. A 24 anni ha deciso di appendere la racchetta al chiodo e dedicarsi ad altro, guardando al futuro come maestra di tennis e intanto insegnando nuoto. Evelyn Mayr ha ceduto agli infortuni dopo 16 anni di onorata carriera sui campi da tennis di tutto il mondo, e in particolare su quelli del Tc Mestre con il quale ha conquistato la serie A/1 e l’ha anche giocata assieme alla sorella minore Julia. Nata a Brunico (Bz), a sette anni ha preso in mano la prima racchetta, e pensare che non le era neppure tanto piaciuto. «Se ci penso mi viene da sorridere» racconta Evelyn Mayr, «eppure da quei primi passi con il tennis ho poi scoperto una grandissima passione per questa disciplina, sono arrivata ad essere la numero 301 del mondo, e sinceramente non me lo sarei mai aspettato. Mi meraviglia un po’ ancora adesso, guardando ai sette successi nel singolare, i sette in doppio e soprattutto la vittoria ai Giochi del Mediterraneo. È un ricordo splendido, come i tanti anni trascorsi al Tc Mestre con Gianna Doz e Pasquale Marotta, due persone fantastiche che ricordo sempre con grande piacere». Negli ultimi tempi, però, un infortunio alla spalla destra e uno al ginocchio sinistro ne hanno minato la carriera. «Troppo dolore per restare a certi livelli» ammette la tennista altoatesina, «mi sono anche informata, e alcuni medici mi avevano parlato della possibilità di farmi operare. Ho però chiesto ad alcune colleghe che avevano avuto lo stesso mio problema, e mi hanno detto che non lo avevano poi comunque risolto con l’intervento chirurgico. Anzi, mi sarebbe toccato cambiare sistema di gioco, e a 24 anni la situazione si faceva troppo complicata. Da qui la decisione di mollare, ma non del tutto». Succede così che, per recuperare dall’infortunio, Evelyn Mayr inizia a fare nuoto. Va in piscina a Riscone di Brunico, e qui scopre che le piace molte e le riesce anche piuttosto facile nuotare a discreti livelli. «E così adesso ho fatto dei corsi e insegno nuoto, e non è escluso che faccia anche dei corsi per diventare bagnina. Tuttavia, il mio sogno è quello di insegnare a giocare a tennis, diventare maestra. Penso di seguire i corsi federali e proseguire in questo modo la mia carriera con il tennis. Ho dato molto ma anche ricevuto, e non me la sento di mollare del tutto. Inizialmente pensavo di poter giocare fino a 30 anni, poi le cose sono cambiate. Mi sono tolta tante soddisfazioni, grandissima quella di giocare la serie A/1 in squadra con mia sorella Julia. Semplicemente emozionante e fantastico!». E se prima si allenava quattro ore al giorno sui campi da tennis, adesso Evelyn Mayr ne passa altrettante in piscina. «La mia casa è qui in Val Pusteria e l’intenzione è quella di rimanere nel mondo dello sport» spiega ancora, «magari potrei fare ancora qualcosa da giocatrice, ma non certo ai livelli internazionali con gli sforzi che vengono richiesti. Volendo sarei stata pronta anche per tornare a giocare a Mestre, ma non ce n’era la possibilità. Vedremo cosa mi riserverà il futuro, magari qualche torneo a squadre lo farò ancora, ma con obiettivi diversi da una carriera a livello internazionale. Se ho un rammarico? Beh, penso alla semifinale con Prato del primo anno di serie A/1 a Mestre. Abbiamo perso di un soffio, altrimenti saremmo andate a giocarci lo scudetto a Rovereto. Ho sempre amato molto di più lo spirito di squadra rispetto a quel che si prova giocando individualmente, e al Tc Mestre c’era un clima meraviglioso che non dimenticherò mai».
Simone Bianchi
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