Ekeh, insulti razzisti in campo: «Ero felice, festa rovinata»
PIANIGA. Sarebbe potuta essere una festa sportiva completa. Una grande cornice di pubblico e la vittoria in un trofeo importante in Terza categoria come la Coppa “Città di Venezia” nella finalissima di domenica scorsa. Ma per il Pianiga, che in finale ha piegato il Campalto San Benedetto 5-2, tutto è stato macchiato dal comportamento intollerante e razzista di una piccola parte della tifoseria avversaria che ha preso di mira uno dei protagonisti del successo del San Martino Pianiga, il 22enne di origine nigeriana Obumneke Ekeh, trequartista con il vizio del gol.
Il giovane stava già lasciando il segno sulla partita con una prestazione maiuscola e per questo motivo il gruppo di pseudo tifosi del Campalto lo aveva preso di mira con insulti ed epiteti razzisti. Ma nel secondo tempo, quando rubando palla Obumneke vedeva il portiere avversario fuori dai pali e dalla trequarti lo beffava con un pallonetto, allora l’insana rabbia si scatenava, con un supporter che scavalcando la recinzione dell’impianto di Peseggia faceva invasione di campo e provava a raggiungere la punta del Pianiga che nel frattempo stava festeggiando con i compagni.
Il pronto intervento dei giocatori e della dirigenza del Campalto evitava il peggio, come ammesso anche dal ds del Pianiga Cristian Deganello, ma questa era l’ultima scena che Ekeh ricorda della partita. «Non ho capito più nulla. Mi hanno rovinato la festa. Dopo aver esultato per la gioia del gol, ho visto l’arbitro estrarre il cartellino rosso e un mio compagno di squadra mi ha accompagnato negli spogliatoi mentre dagli spalti continuavano a riempirmi di insulti e a minacciarmi» racconta Obumneke Ekeh in un italiano zoppicante.
Un episodio inaccettabile che però si era già verificato in precedenza. «Anche in campionato a Pianiga ero stato aggredito verbalmente, ma lì avevano preso di mira tutto e tutti. Adesso comunque noi abbiamo già quasi conquistato la Seconda categoria, loro forse rimarranno in Terza anche se devono ancora giocarsi i playoff probabilmente. Così non avrò più nulla a che fare con questi personaggi che a quanto mi hanno detto gli atleti del Campalto, aggrediscono anche altri giocatori stranieri delle altre squadre». Quale messaggio mandare a persone di questo livello? «Il calcio è una festa, dobbiamo solo divertirci e giocare, perché rovinarci l’esistenza in questa maniera?».
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