«È stata la rivalsa di Mestre su Venezia»

Intervista al presidente Serena il giorno dopo il trionfo
Di Gian Nicola Pittalis

MESTRE. Il presidente Stefano Serena il giorno dopo. Il massimo dirigente, dopo aver unificato due anni fa Mestre e Mestrina, si gode il trionfo che ha riportato, dopo 14 anni, i colori arancionero nella terza serie nazionale. Una promozione ottenuta a suon di record, frutto di 25 vittorie, quattro pareggi e sole tre sconfitte.

Presidente Serena qual è stata la soddisfazione più grande?

«Vedere la città di Mestre reagire come ha fatto. Non è stata solo la vittoria di un campionato. Francamente ho capito la forza e il desiderio che i mestrini mettono nella loro fame di calcio. Non è una squadra che ha vinto ma la città e ho come la sensazione che sia stata quasi una rivalsa verso chi si è sempre sentito un po’ “schiacciato” dal peso di Venezia. Forse chi l’ha amministrata ha aumentato questa crepa. Chi nasce a Mestre si sente mestrino, ma ama Venezia perché non si può non amare. Ma mentre Venezia si spopola e diventa un museo, Mestre aumenta i suoi abitanti e con lo “strumento calcio” ci si contende la fama di una città che nel mondo è più riconosciuta. E queste sono cose da ricordare. Siamo la squadra dei record e abbiamo fatto la storia giocando pure bene».

Oggi riceverete un premio a Palazzo Ducale.

«Siamo stati invitati dal sindaco insieme ad altre squadre. Penso premieranno le eccellenze sportive ma non sappiamo ancora esattamente di cosa si tratta».

Adesso il Baracca.

«Ora posso pensarci seriamente e non mi riferisco a un aumento di spettatori ma ai lavori che vanno fatti per omologarlo. Hanno modificato 20 giorni fa la regola che permetteva di giocare, come promossi direttamente, con una deroga e ora dovremo fare i lavori necessari. Ma ambendo a categorie più importanti, da quanto apprendo dai giornali, mi fa piacere vedere l’apertura del sindaco alla creazione di un nuovo stadio a cui il Comune non si opporrà e se il Venezia vorrà dialogare con noi, senza pressarli, ci si potrà sedere al tavolo. In un’intervista Perinetti ha aperto a una collaborazione. Ben venga e condivido le sue parole ma vorrei fosse con tutte le società della provincia e limitrofe. Nel rispetto delle regole soprattutto nei settori giovanili».

La sua partita chiave.

«L’andata con la Triestina. Siamo passati da più 6 a più 9 ed è stata una prova di forza perché vincere in quello stadio ci ha fatto capire molte cose. È stata la chiave di tutta la stagione. Ma vorrei anche far presente un altro elemento. Due gare a Mogliano, quando, pur non giocando bene abbiamo portato a casa i 3 punti: Este e Belluno».

Vittoria del gruppo o di un singolo?

«È indiscutibile che il vero vincitore è tutta la squadra. Dallo staff ai singoli giocatori».

Lo scudetto ora?

«Ci crediamo e lo vogliamo. Sarà un mini torneo e lo vogliamo vincere anche perché sarebbe un’emozione giocare tra i professionisti con lo scudetto sul petto. Sarà un ulteriore stimolo per i giocatori per farsi riconfermare. E il Mestre futuro di Lega Pro avrà una solida base di partenza di quello attuale».

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