È morto il bomber “Nani” Perissinotto
PADOVA. I primi gol sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il gran rifiuto all’Inter per andare alla Mestrina e poi gli anni d’oro alla Roma e all’Udinese, con cui ha segnato la prima storica rete in serie A nel campionato 1950-‘51.
Ma, su tutto, l’amore per il Sandonà di cui, con 70 reti segnate, rimane il miglior bomber di sempre. Alla veneranda età di 91 anni, è mancato Giovanni “Nani” Perissinotto.
«Ci ha lasciati un vero simbolo del calcio sandonatese», commenta Stefano Pasqualato, memoria storica del pallone nel Basso Piave.
Attaccante versatile, capace di spaziare a destra come a sinistra, Perissinotto era soprannominato dagli amici “un fulmine a ciel sereno” per la sua velocità di corsa che, si dice, avesse affinato da ragazzo quando, facendo il trasportatore di cavalli, si allenava inseguendoli.
Dopo i primi calci dati mentre imperversavano i bombardamenti, nel Dopoguerra “Nani” fu protagonista con il Sandonà di tre campionati in Serie C. Nell’estate del 1948 sembrava destinato all’Inter. Ma Perissinotto sorprese tutti, scegliendo di andare alla Mestrina, disposta a tesserare anche il fratello Primo.
Fu la Mestrina del celebre tridente Darin, Perissinotto, Dalle Vacche, che la stagione successiva si trasferì in blocco all’Udinese in Serie B. Con i friulani “Nani” vinse subito il campionato. E fu proprio Perissinotto la stagione successiva a siglare la prima storica rete in serie A dell’Udinese.
Era la prima giornata del campionato 1950-‘51 e Perissinotto segnò a San Siro contro il Milan. Quindi, l’anno successivo, il passaggio alla Roma, finita in B. Con i giallorossi Perissinotto vinse subito il torneo cadetto e disputò altre due stagioni in A. Era la Roma di Pandolfini e Ghiggia, ma a infiammare il “Flaminio” era Perissinotto con i suoi gol.
Nella stagione 1954-’55 “Nani” è di nuovo all’Udinese, nell’anno d’oro dei friulani che arrivano secondi in A dietro al Milan di Liedholm. Qualche infortunio di troppo lo spinse a tornare al Sandonà dove, nel doppio ruolo di allenatore e giocatore, Perissinotto vinse per due anni consecutivi il campionato, riuscendo ad approdare in Serie D. Nel Sandonà chiuse la carriera a 38 anni.
«Perdiamo l’ultimo rampollo della vecchia generazione di grandi calciatori sandonatesi, espressione di un rendimento calcistico, tecnicamente parlando, eccezionale», commenta Silvano Balliana, presidente dell’associazione Centrocampo Biancoceleste, «per decenni Nani è stato una guida e un esempio del Calcio Sandonà». Per qualche anno Perissinotto fece anche l’allenatore dei biancocelesti. Ma poi preferì non rimanere nel mondo del calcio e ritirarsi a vita privata, proseguendo nell'attività di autotrasporto.
«Quando “Nani” ritornò a San Donà, io avevo 17 anni. Allora ero nel giro della prima squadra e Perissinotto mi fece da allenatore per un certo periodo», ricorda Roberto Schugur, presidente dell’Assoallenatori del Veneto Orientale, «per noi era un punto di riferimento. D'altra parte è la sua storia che parla per lui. Era una bravissima persona, riservata, che non amava i riflettori».
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