Darren Daye al Taliercio Un pieno di applausi

L’ex stella della Scavolini, papà di Austin, con la moglie tra i tifosi granata  «Spero che mio figlio vinca lo scudetto, come è successo a me a Pesaro»

MESTRE. Simpatico, un largo sorriso e una grande disponibilità. Sbuca a sorpresa un’ora prima dell’inizio della partita, Darren Daye, il papà di Austin. Si siede nel parterre, al centro, spostato a sinistra rispetto alla panchina della Reyer Venezia, accanto alla famiglia di Alberto Billio. «È la prima volta che vedo dal vivo mio figlio in Italia» racconta Darren Daye prima della partita, sciorinando ancora un buon italiano nonostante siano passati tanti anni dalla sua esperienza a Pesaro, «sta migliorando tanto, ha la maturità del giocatore di trent’anni ed è arrivato in una società ambiziosa, che porta lo scudetto cucito sul petto. Mi auguro che possa vincere il tricolore come è accaduto a me, intanto però ha aggiunto la Fiba Europe Cup alla bacheca di famiglia».

Cinquantotto anni portati alla grande, si concede a foto e autografi con le persone che lo circondano, parla amabilmente e osserva con grande concentrazione la fase di riscaldamento della Reyer, con un occhio di riguardo per il figlio Austin. Due scudetti vinti a Pesaro nel 1988 e nel 1990, e una Coppa Italia nel 1992, nel suo quadriennio nelle Marche. Taliercio tutto in piedi ad applaudirlo quando lo speaker della Reyer annuncia la sua presenza: Darren Daye si alza, sorride, alza il braccio e saluta. Applausi anche da Walter De Raffaele e Maurizio Buscaglia. Dopo aver conquistato la coppa contro Avellino, Austin ha sottolineato come adesso il papà non potrà più dirgli di non aver vinto nulla... «Ha ragione, tra di noi c’è un gran bel rapporto, gli scambi dialettici servono anche per stimolarlo» conferma Daye senior. Bello l’abbraccio con Luca Silvestrin, che è stato suo compagno di squadra nella Scavolini nella stagione 1988-1989, la prima di Darren Daye in Italia. Un breve scambio di battute, poi l’ex capitano della Reyer ha raggiunto il suo posto abituale dalla parte opposta rispetto al suo vecchio compagno. S i cala nella parte, Darren, incitando la Reyer insieme ai tifosi, poi segue il match a braccia conserte. Impassibile nella bolgia del Taliercio, anche quando Austin piazza la tripla del primo vantaggio granata. A metà partita viene “rapito” dalle telecamere di Rai Sport e di Eurosport 2, sempre con grande disponibilità, l’anima italiana di Darren Daye è rimasta quella di trent’anni fa. Non si può non parlare di Pesaro con Darren Daye. «Ho accolto con piacere la notizia della permanenza in Serie A, adesso ho saputo che la società non sta attraversando un periodo positivo, mi auguro dal profondo del cuore che Pesaro possa risolvere questi problemi di natura economica. C’è un legame strettissimo che mi lega a quella città, ai suoi tifosi, ad Ario Costa. Servirebbe un altro imprenditore come Scavolini per riportare la Vuelle alle gesta di quando giocavo io».

Michele Contessa

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