Dal Compare: «Ho il gol nel sangue»
MESTRE. Un gol ogni cinque partite è una media da sogno per ogni difensore. Se poi quel gol lo segni dopo un lungo infortunio, davanti ai tuoi tifosi ed evitando alla squadra della tua città una sconfitta casalinga, il trionfo è completo. Proprio quello che è successo a Federico Dal Compare, difensore della Mestrina (Eccellenza, girone B), che domenica scorsa ha segnato al Baracca la rete dell’1-1 contro la Vigontina.
Un gol importante, arrivato dopo un lungo infortunio. «Mi ero fatto male in Coppa Italia a metà ottobre giocando contro il Liapiave», ricorda Dal Compare, «e sono rientrato solo per la finale di Coppa contro il Campodarsego di due settimane fa. Che dire? Se faccio il mio bilancio stagionale fino a ora ho un gol fatto su cinque gare disputate. Non male per un difensore, dai...».
Nato nel 1994 a Venezia, ma da sempre residente a Mestre, Dal Compare ha un palmares sportivo di tutto rispetto nonostante la giovane età. Primi passi nelle giovanili di Venezia e Treviso, poi il salto al vivaio del Milan, dove è rimasto fino alla Primavera per poi approdare nelle ultime due stagioni alla Lega Pro, prima con il Treviso e poi con il Castiglione. Un passato rossonero per un giocatore che, a differenza di molti altri, non è schierato dal punto di vista del tifo. «Da piccolo ero interista», racconta, «ma ora non tengo per nessuno, mi basta vedere calcio ben giocato per essere contento. La stessa cosa vale per i giocatori, non ho alcun grande campione di riferimento, quando ero al Milan però c'erano alcuni della prima squadra che guardavo con grande rispetto non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello umano. Se c’è qualcosa che ho imparato da quel periodo è la voglia di imparare. Il professionismo? Il sogno è di tornarci al più presto, magari proprio con la squadra della mia città».
Ora la sfida arancionera è raggiungere i playoff per la serie D. «Questa non è una piazza come altre», conclude il difensore, «abbiamo una tifoseria calda, una rarità per l'Eccellenza. Noi siamo la Mestrina e dobbiamo puntare in alto». Maurizio Toso
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