Corradini può tornare in campo

Lo ha deciso il Tribunale di Trento. Il cartellino era stato pignorato

TRENTO. Pignorare il cartellino a un giocatore di calcio non si può. O, meglio, si può, ma non ha senso, perché alla fine non sarà possibile metterlo all’asta per ottenere un controvalore economico. A stabilirlo è il Tribunale di Trento che ha accolto così il ricorso dell’avvocato mestrino Gianmaria Daminato, esperto di diritto sportivo, contro il blocco del trasferimento del giovane difensore esterno classe 1994, Matteo Corradini, dal Trento Calcio alla Clodiense. La questione è per certi aspetti emblematica. Questa estate l’azienda Calcio Group ha pignorato i cartellini dei giocatori trentini per dei crediti non soddisfatti bloccando di fatto anche giocatori come Corradini, che si erano trasferiti in un’altra società. Dopo questa importante sentenza, potranno ritenersi tutti “liberi” dai vincoli imposti attraverso il pignoramento. Corradini, in particolare, avrà la possibilità di rientrare nella rosa della Clodiense e di tornare a giocare dopo due mesi di stop magari subito da domenica prossima a Camaiore. La sentenza permetterà anche a calciatori del calibro di Aimo Diana e di Marco Zamboni di solcare i campi da gioco dopo un periodo di stop forzato. Le motivazioni che hanno portato a questa sentenza sono chiare. Anzitutto, come spiega Gianmaria Daminato, «il regolamento della Lega Nazionale Dilettanti vieta, pena la nullità, gli accordi e le convenzioni a carattere economico nell'ambito dei trasferimenti dei calciatori». In particolare, prosegue l’avvocato, «la stipula di accordi in tal senso determina la segnalazione delle parti contraenti alla Procura Federale». Detto questo, la società che intendesse procedere all'acquisto del cartellino pignorato, posto nel frattempo all'asta, sarebbe soggetta ad un provvedimento sanzionatorio della Procura Federale. Di conseguenza, l’asta andrebbe necessariamente deserta». Non solo. «L'accordo per il trasferimento del giocatore dilettante – continua Daminato – deve essere sottoscritto dal calciatore. Questa circostanza è nota tra le società di calcio dilettanti, le quali non parteciperebbero all’asta di fronte al diniego del giocatore». (g.cod.)

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