Coppa del Mondo addio. Torino preferita a Venezia
VENEZIA. Lascia o raddoppia? Questo il dilemma legato al futuro del Trofeo “Città di Venezia” di scherma, la sola tappa italiana di Coppa del Mondo maschile nella specialità del fioretto. Il problema è molto semplice: la federazione internazionale il prossimo anno cambierà le regole e si andrà verso una tappa unica per arma che comprenda sia la prova maschile che femminile. In Italia nel fioretto le donne gareggiano a Torino, quindi, si profila uno scontro di storia e tradizione, quella sabauda opposta a quella serenissima, con un piccolo particolare da non tralasciare: la mancanza di impianti adeguati nel centro storico veneziano. Se quest’anno l’edizione numero 37 del trofeo non è in pericolo, il 2015 potrebbe essere molto amaro per la scherma veneziana. Torino ha impianti e tradizione in termini di ospitalità, Venezia ha il solo palasport in Arsenale a due passi da Piazza San Marco, ma una tradizione sportiva da fare invidia a tutto il mondo e, con questa, anche il fatto stesso che la città si chiami Venezia, con tutto ciò che ne deriva. Una cosa è certa, la Coppa del Mondo di scherma rappresenta assieme alla VeniceMarathon il Gotha delle manifestazioni sportive che si celebrano in centro storico, e nessuno a Venezia ha intenzione di rinunciare al fioretto, non fosse altro per ciò che evocano nomi come Circolo Scherma Mestre e Dielleffe Venezia, atleti del calibro di Borella, Numa, Cipressa o Vaccaroni. Ecco, è da chiedersi se la tradizione e il nome di una città possano bastare a far fronte al cambiamento geopolitico in atto a livello di federazione internazionale, nonostante l’Italia abbia un peso sportivo non indifferente in questa specialità, forte del dominio che persiste a livello femminile e maschile anche in questi ultimi weekend di Coppa del Mondo.
«Come nel fioretto, anche nelle altre armi ci sarà un accorpamento» commenta Sandro Mimmo, presidente del Dielleffe Venezia che organizza il Trofeo all’Arsenale da decenni. «la differenza sta nel prolungare da due a tre i giorni di gare, e nell’incremento dei costi, stimabili in circa un terzo in più forse per la l’ospitalità di atleti e arbitri. In questa fase attendiamo però certezze, visto che ancora non si sa bene come si orienterà la federazione internazionale». La mobilitazione è partita, il Dielleffe sta facendo squadra con sponsor e Comune, ma all’estero già si vocifera che a Venezia non si tornerà più. «ll problema non è tanto legato alla città, quanto agli impianti» prosegue Mimmo, «a Venezia c’è solo l’Arsenale come palasport, e se si raddoppia l’evento con la prova femminile, la federazione ci chiederà di allestire 16 pedane. E noi lo spazio dove lo troviamo? Già ora, sfruttando le sale al piano inferiore dell’Arsenale, siamo al limite per la prova maschile. Abbiamo fatto un sopralluogo alle Tese dell’Arsenale, ma lì ci sarebbe anche il problema di montare tribune che non esistono. Si lavora sodo per il 2015, perché noi la Coppa del Mondo non la vogliamo perdere».
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