Confermato: il Mestre giocherà al Mecchia
MESTRE. Quelle che all’inizio erano solo ipotesi sono diventate realtà. Come Stefano Serena aveva promesso Serie C doveva essere e Serie C sarà, ma lontano dal Baracca. Ovvero allo stadio “Mecchia “ di Portogruaro. Il Mestre ha comunicato alla Lega i nominativi dei due impianti di gioco in cui la prima squadra disputerà le gare interne del prossimo campionato tra i professionisti. Prima scelta il Baracca, seconda il Mecchia.
Le ipotesi dell’Euganeo (Padova) e del Menti (Vicenza) sono naufragate sia per aspetti economici sia per problemi di ordine pubblico visto il rischio di scintille tra tifoserie. Nonostante tutto la società arancionera non molla la presa sul “suo” stadio e continuerà – come ha promesso il presidente Serena – a vagliare tutte le strade percorribili per poter far tornare la squadra di Mestre al Baracca. I problemi, comunque, non sono legati soltanto ai costi di adeguamento dell’impianto ma anche ai tempi molto lunghi di consegna e il superamento delle questioni che riguardano la sicurezza di un impianto che ormai ha oltre novant’anni. Le nuove normative, infatti, tengono in considerazione ubicazione e tipo di struttura.
All’inizio non sembravano montagne, tanto che si era arrivati a concludere il campionato di Serie D a Mestre ma anche a sottoscrivere una concessione pluriennale, a patto che al Baracca fosse possibile disputare almeno la Lega Pro. Questo non potrà avvenire, almeno in tempi brevi, e se poi come ha più spesso sottolineato il presidente l’obiettivo è la Serie B in un paio d’anni, allora gli interventi sarebbero inutili dal momento che il Baracca non potrebbe mai essere omologato per quella serie. Quindi ecco ricadere la scelta sull’impianto di Portogruaro, addirittura con la richiesta di utilizzo per la stagione 2017/2018, con un’opzione per quella successiva.
La decisione verso un impegno biennale nasce anche dalla promessa di Luigi Brugnaro di vagliare tutte le possibilità per poter realizzare il nuovo stadio di Mestre, con annessi impianti di allenamento e foresteria. Insomma per il Mestre, ma soprattutto per i suoi tifosi, un altro ostacolo.La squadra riparte, come ha fatto in Serie D, da uno stadio che non è il suo. Un disagio soprattutto per i tifosi, costretti anche per il prossimo campionato a “sacrici e chilomtri” per segire la squadra.
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