Con le chiavi di Scorzè Alice sogna Tokio 2020
L’entusiasmo e la freschezza di chi ha 17 anni, la maturità di chi sa di dover lavorare ancora molto, facendo sì sport ma avendo sempre uno sguardo allo studio e con obiettivi ben chiari. Alice Pamio è “tutta” qui, con una medaglia in più: quella d’oro, di campionessa del mondo Under 18 di pallavolo, vinta con la nazionale a Lima. Roba da far tremare i polsi, perché, vada come vada la carriera da qui in poi, ai figli e ai nipotini potrà sempre dire di essere salita sul gradino più alto del podio di una rassegna mondiale.
«Ne sono onorata» racconta la giovane atleta «ti rende orgogliosa. Con le mie compagne siamo state assieme due mesi, ne è uscito un bel gruppo che, alla fine, credo sia stata la chiave per vincere il Mondiale».
A 17 anni deve cavarsela da sola. Vivere a Roma non è facile, in una metropoli da quasi tre milioni di abitanti. Scorzè, che non arriva a 20 mila e di Roma sarebbe un piccolo quartiere. E poi i genitori, lontani 550 chilometri ma che li sente vicini vicini come se fossero nella stanza accanto. «Mi hanno sempre incoraggiata» continua «e l’esperienza di Bassano mi è servita ad abituarmi a stare da sola. Frequento il tecnico turistico al Colombo di Roma, mi manca l’ultimo biennio per il diploma, dopo aver cambiato scuola tre volte in altrettanti anni. Roma è la città più bella del mondo anche se all’inizio faticavo a capire il dialetto (ride..., ndr). Ora mi sono integrata bene, divido la stanza con la triestina Agnese Cecconello».
Roma significa anche fettuccine, cacio e pepe, amatriciana, gricia, abbacchio, piatti non propriamente adatti alla dieta di uno sportivo. «Ma me la cavo a fare proprio la gricia» rivela «anche se personalizzo molto in cucina. Mi piace la pasta, mi faccio i sughi». Diciassette ani, tanti sogni, speranze, obiettivi e una vita da dividere, per ora, con Agnese.
«Quando siamo giù di morale» racconta «ci mettiamo a guardare i film d’amore. Vorrei partecipare alle Olimpiadi, Tokyo 2020 è lontana ma si può raggiungere. Servono fortuna, talento e bravura ma sarebbe bello andarci».
Ma una 17enne ha anche interessi, come la musica, i social network e porre le basi per la vita fuori dalla palestra. «Sono tifosa della Juve» dice di sé «ascolto Chris Brown e il reggaetton. Studio inglese, tedesco, spagnolo, da piccola volevo fare la giornalista ma, amando viaggiare, vorrei fare un lavoro che mi permettesse di girare molto. Il sogno? L’Australia».
A proposito di viaggi e aerei, il recente Mondiale in Sudamerica è stata l’occasione di vedere Buenos Aires e il Perù. «Non ero mai stata» aggiunge «e in Argentina siamo state accolte molto bene, ci hanno messo a nostro agio e ci siamo divertite. A Lima, le persone sono solari, a fine partita ci trattavano come se fossimo delle divinità». Un po’ quello successo sabato in municipio a Scorzè, dove il sindaco Mestriner le ha consegnato le chiavi della città e lei, in cambio, ha donato la maglia della Nazionale. Il tutto sotto gli occhi di parenti e amici che l’hanno vista crescere: ed è stato l’abbraccio più bello.
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