Cavarzere e Oristano, l’idea di un gemellaggio nel nome di Busonera vittima del fascismo

. Oristano e Cavarzere potrebbero un giorno diventare città gemellate nel nome del dottor Flavio Busonera. E tutto nasce dalla partita dell’altro ieri tra il Gordige e la squadra sarda, che si sono affrontate nella sfida di ritorno del campionato di Serie C femminile. A unire le due località non è solo la loro storia nel calcio delle donne, ma soprattutto la figura di questo medico che a Oristano nacque nel 1894, si laureò e poi raggiunse il nord Italia durante il secondo conflitto mondiale. Era soprannominato anche il “dottore dei poveri”, di chi era più indifeso, ed era oppositore del fascismo mussoliniano dell’epoca. Per questo fu costretto dalle persecuzioni nazifasciste a lavorare lontano dai grandi centri abitati. Dapprima fu a Claut in Friuli, poi nelle frazioni San Pietro e Rottanova di Cavarzere. Qui non si distinse solo per le capacità professionali, ma anche per la sensibilità verso le dure condizioni dei braccianti agricoli dell’epoca. Con l’arresto di Mussolini, fondò la sezione cavarzerana del Partito comunista e aderì alla Resistenza, organizzando il recupero degli armamenti abbandonati dai militari sbandati. Nascose, inoltre, i soldati alleati ricercati dai nazifascisti e mise in piedi dei gruppi partigiani che assisteva nelle cure mediche. Con un tranello fu catturato alla fine del giugno 1944, dopo aver curato due membri delle Brigate Nere che si spacciarono per partigiani, e venne rinchiuso nel carcere dei Paolotti a Padova. Fu quindi impiccato in via Santa Lucia il 17 agosto di quell’anno per rappresaglia. Al dottor Busonera è stato intitolato un ospedale di Padova, sede dell’Istituto Oncologico Veneto, nonché il Villaggio Busonera, una frazione del Comune di Cavarzere. E qui, domenica mattina, il presidente dell’Oristano, Emilio Naitza, con la collaborazione di Chiara Fabian, dirigente del Gordige, prima della partita di campionato ha potuto visitare il Villaggio, vedere la casa dove abitava Busonera e il memoriale a lui dedicato.
«A Oristano sono stato anche assessore» sottolinea il numero uno del club sardo, «e Busonera lo ricordiamo in tanti. A lui è intitolata una strada, e di recente è stato fatto lo stesso anche con un centro giovanile, proprio per non scordare le sue gesta patriottiche. A Oristano è nata poi la voglia di ideare una ricerca su questo personaggio, e ho fatto realizzare uno scritto su di lui. Quando ho scoperto che saremmo andati a giocare a Cavarzere, ho fatto due più due e, quando si è avvicinato il momento, ho chiamato il Gordige e abbiamo organizzato questa visita». È così l’evento sportivo è stato occasione per ripercorrere un filo storico che unisce le due città. Naitza ha conosciuto anche esponenti dell’Anpi locale, ha portato i saluti dell’Amministrazione sarda, e in futuro potrebbe nascere una collaborazione tra gli storici delle due località, che da tempo lavorano alla ricostruzione della storia del medico per farne un libro. «Mi confronterò con il nuovo sindaco di Oristano e gli racconterò dell’esito della visita» conclude il presidente, «sarebbe bello ipotizzare, nel nome di Flavio Busonera, anche un gemellaggio tra le due città».
Soddisfatta anche Chiara Fabian, la dirigente del Gordige che ha coordinato questa iniziativa. «È stato bello aver unito due città grazie allo sport, tra cultura e solidarietà. Già abbiamo il logo di Emergency sulle nostre divise, come club ci piace mettere assieme più ambiti, e ben volentieri abbiamo risposto alla richiesta degli amici di Oristano. È nel nostro Dna cimentarci in simili iniziative. Fare comunità è qualcosa in più del mero calciare un pallone durante una partita». —
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