Cavallino, Mauro Bergamasco al suo camp

CAVALLINO. Dalle spiagge del Giappone al litorale di Cavallino-Treporti. Mauro Bergamasco ritornato qualche giorno fa dalla tournèe estiva di Tokyo dove ha celebrato le cento presenze con la maglia azzurra, ha raggiunto ieri nel litorale di Cavallino i 120 ragazzi (dai 10 ai 15 anni) che si sono iscritti alla quarta edizione del suo “Campus Rugby”. «Lo scopo di questo progetto è di educare i piccoli atleti sotto il profilo psico-sociale» dice Bergamasco, «non vogliamo sostituirci alle famiglie, ma fornire attraverso l’insegnamento del rugby degli strumenti che servano a comportarsi bene in campo e nella vita». Tra i tanti giovani atleti venuti ad apprendere le lezioni “on the beach” di Bergamasco ci sono Alessio Dabalà e Luca Cerboni di Mestre, Riccardo D’Alterio e Alessandro Cargno di Maerne. Il più piccolo dei veneziani è Riccardo Baldassa che ha nove anni ed è di Mirano, come altri cinque suoi compagni di squadra. Nonostante siano tutti giovani hanno già le idee chiare sullo sport: «Non ci piace il calcio perché è uno sport da femminucce e non ti aiuta ad imparare i veri valori della vita» hanno detto i giovani rugbisti.
Caratteristica del campus il legame con Associazione Italiana Persone Down della sezione Venezia Mestre Onlus. «A questo camp partecipano Alessio di Noale e Pietro di Salzano, due ragazzini con sindrome di Down non affetti» spiega la responsabile Silvia Vianello «nello sport non esistono barriere e nemmeno differenze e la stessa cosa dovrebbe esserci anche nella vita di tutti i giorni». All’interno della sala è stato allestito il “Museo del Rugby, Fango e Sudore” con l’esposizione di oltre 70 maglie storiche indossate dai campioni mondiali del passato e del presente della palla ovale.
Thomas Maschietto
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