Bebe Vio vuole continuare a sognare
MOGLIANO. Beatrice Bebe Vio torna in pedana oggi per la prova a squadre di fioretto. La 19enne moglianese tirerà con Andreea Mogos e Loredana Trigilia. Via alle 8.30 (le 13.30 italiane) con la fase a gironi, semifinali alle 19 italiane, le eventuali finali sono previste alle nostre 22.25 (bronzo) e mezzanotte e15 (oro-argento).
Intanto, da Jovanotti a Valentina Vezzali, da Giovanni Malagò ad Andrea Lucchetta, gli amici di Scherma Mogliano, gli XI di Marca e lo sport nelle varie declinazioni esaltano il successo di Bebe. E la tanta gente comune che si è innamorata della sua favola: la bimba che tira già a cinque anni e a 11 è costretta all’amputazione di quattro arti per la meningite, la ragazza che trova nel fioretto la forza per reagire e regalarsi gioie che parevano perdute. Il day-after del titolo paralimpico di Beatrice Vio è il tourbillon di dediche e immagini rimbalzate sui social network. “Bebe” è un fenomeno mediatico, le sue imprese hanno garantito al paralimpismo una prospettiva inedita. Il parallelo immediato è con Alessandro Zanardi: così diversi, così uguali. Due simboli del movimento dei diversamente abili, capaci di “bucare” la tv, indipendentemente dalle imprese in handbike o sulle pedane. Alex, conduttore di “Sfide”, l’ex campione di automobilismo con doti di divulgatore. Beatrice, co-presentatrice della “Domenica Sportiva”, che conquista la copertina di “Sportweek” o irrompe nella rassegna stampa di Fiorello.
Che alterna un’udienza dal Papa a foto preziosissime con le massime cariche dello Stato. Personaggi popolari e genuini. Personaggi che diventano esempio. E così, una “Bebe” a ruota libera, come nell’intervista post-medaglia, stringe il cuore: «Non ci crederò mai, è tutto troppo bello, un palazzetto bellissimo», le sue parole ai microfoni Rai, «Eppure affronto tutti gli assalti, vivendo nella paura. Penso di essere sotto, ogni stoccata è come l’ultima».
Naturalezza, spontaneità. Un sorriso contagioso che ha viaggiato attraverso il web, raccogliendo complimenti da innumerevoli fan. Più o meno famosi. Jovanotti, idolo e colonna sonora della giornata perfetta di “Bebe”, è diretto: «Ce l’hai fatta sorellina. Siamo tutti fieri di te». Una “ragazza magica” che chiama a raccolta tutto il mondo della scherma.
A partire dal mito Valentina Vezzali, riferimento nel fioretto e amica del cuore: «Dopo aver vinto nella vita, adesso hai vinto anche in pedana. Le tue lacrime sono anche le mie. Mi hai regalato un’emozione unica». Arianna Errigo è la numero uno del ranking fra i normodotati. A Rio, tuttavia, ha toppato clamorosamente. Beatrice, prima al mondo nella categoria B, ha invece rubato la scena e rispettato il pronostico. «Avevi già vinto prima di partire per Rio. Hai dimostrato di essere unica, speciale, ma soprattutto fighissima», il post della monzese. Rossella Fiamingo, argento olimpico nella spada, non ha dubbi: «Per noi eri già una campionessa, ora sei anche leggenda». Lo scranno di Giovanni Malagò, presidente del Coni, è l’obiettivo dichiarato di Beatrice a carriera terminata: «Il tuo sorriso è la medaglia più bella», il messaggio del capo dello sport italiano.
Per l’ex pallavolista “Lucky” Lucchetta, l’oro di Beatrice vale «platino». Sara Cardin, campionessa mondiale di karate, s’affida a un’immagine efficace: «Sapevo che ce l’avresti fatta, sei un tornado di energia». Alla Scherma Mogliano, dov’è cresciuta, è scesa qualche lacrima: «Non è certo la prima volta che ti vediamo vincere, ma quest’oro splende più degli altri».
Mattia Toffoletto
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