Bebe Vio, alla Maturità con una tesina sulle Olimpiadi
MESTRE. Una stagione da incorniciare condita dal titolo iridato, quello europeo e infine il tricolore di Roma conquistato all’Eur Torrino sabato scorso.
Obiettivo Rio. Per Beatrice Vio in dodici mesi potrebbe arrivare anche il titolo a Rio de Janeiro, dove partirà ovviamente favorita nel fioretto delle Paralimpiadi brasiliane, ma non diteglielo ora, perché l’obiettivo più importante è in questo momento il superamento dell’esame di maturità.
Pensare allo studio. «Da due anni dedico tutto alla scherma, ed è arrivato il tempo di pensare di più allo studio», replica la campionessa veneziana, «tutti, bene o male, passano questo esame, ma io voglio riuscire a farlo a modo mio, cioè molto bene. Tutto sta a scegliere come affrontare la maturità. Agli Italiani mi sono presentata senza essermi allenata per giorni, perché dopo i campionati Europei mi sono fermata proprio per studiare. È andata bene a Roma, ma la scuola ora viene prima di tutto».
La tesina. Idee chiare, come sempre del resto, quelle di Bebe Vio. E per la tesi di esame all’istituto San Marco della Gazzera, dove studia arti grafiche, il tema da lei scelto è molto speciale. «Credo tantissimo nel progetto olimpico di Roma 2024, e ci terrei troppo a poter disputare le gare in casa, in Italia», prosegue Beatrice Vio, «durante uno stage estivo a Sky, lo scorso anno nei loro uffici grafici, il personale stava lavorando al logo della proposta olimpica italiana. Volevo lavorarci anche io ma era tardi ormai, e così ne ho fatto uno ora per riuscire a rappresentare a livello scolastico le mie idee. Piuttosto di fare una cosa che non mi piace, mi sono messa a lavorare sui loghi e i colori di Olimpiadi e Paralimpiadi».
Annata d'oro. Tornando alla stagione schermistica osserva: «Non mi aspettavo una annata come questa, e se ripenso alla prima opportunità di qualificarmi per Rio, e a come ho tirato a Varsavia, mi arrabbio ancora. Sono stata un pollo, mi sono girate le scatole e ho rosicato per quel risultato negativo. Dovevo mettermi più di impegno e affrontare la cosa diversamente, crescendo anche in questo. Non ho più preso alla leggera le cose e i risultati si sono visti. Rio? E chi non vorrebbe andarci? Ma ripeto: adesso per me ci sarà solo la maturità, poi penseremo al Brasile». Dopo Varsavia è arrivata una serie incredibile di vittorie tra Mondiali, Coppa del Mondo, Europei e Italiani. Bebe non si è più fermata.
Giochi senza Barriere. E prima del fatidico esame, a Roma è andato in scena Sport senza Barriere, una manifestazione splendida che ha visto tanti campioni dello sport olimpico e paralimpico divertirsi assieme a decine di bambini e ragazzi con disabilità. «Con l’associazione Art4Sport stiamo riuscendo a fare molto e a lanciare messaggi importanti», aggiunge Beatrice Vio, «siamo partiti da zero per creare le mie protesi, e poter tornare a fare sport per me è stato importantissimo. Se a me è servito così tanto, chissà per altri ragazzi. A breve saremo in venti e ognuno fa lo sport che vuole. Noi gli diamo i “pezzettini” che mancano. Ma non basta regalare loro le protesi, lo scopo di Art4Sport è diventato il fare comunicazione per far conoscere lo sport paralimpico. Giochi senza barriere è andato nella stessa direzione, far capire a tutti cos’è lo sport e che tutti lo possono fare. Vedere un atleta come Martin Castrogiovanni giocare assieme a una bambina di sette anni senza una gamba, rende l’idea che tutti possiamo fare grandi cose».
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