Beach soccer, un vero boom a Jesolo

Numeri da record con l’Italia in piena corsa per la qualificazione ai Mondiali: in tre giorni oltre tredicimila spettatori

JESOLO. Oltre tredicimila persone hanno riempito le tre tribune allestite all’interno della “Beach Soccer Arena” per assistere alle prime quattro giornate della Fifa Beach Soccer World Cup 2015, Qualifier Europe che si stanno disputando sulla sabbia di piazza Faro. Sono dati strabilianti quelli comunicati dal comitato organizzatore locale. Un boom di spettatori che nemmeno la previsione più ottimistica poteva azzeccare. Insomma il beach soccer rifila una bella lezione, anche di stile, alla situazione attuale del calcio italiano alla ricerca disperata di una sua nuova identità dopo il fallimento in Brasile. E il calcio europeo “on the beach” segna un gran bel ritorno di immagine per la spiaggia di Jesolo troppe volte presa a schiaffi dalla pioggia nel corso dell’estate. «Siamo molto contenti di come stanno andando le cose in questi primi giorni di qualificazioni» è il commento di Cesare Toso, il patron dell’organizzazione, «c’era un po’ di scetticismo tra gli jesolani quando abbiamo presentato l’evento. L’idea di ospitare uno sport di questo genere» spiega ancora il presidente dello Sport Promotion & Consulting srl «aveva creato, giustamente, un po’ di perplessità nell’ambiente di Jesolo che non conosceva l’effettivo appeal del beach soccer. Posso dire che da venerdì fino ad oggi c’è stato un flusso di gente che ha superato le tredicimila presenze per assistere agli incontri».

Gli incontri di cartello sono ovviamente sempre quelli dell’Italia di Massimiliano Esposito. Ma anche le partite della Germania richiamano moltissimi tifosi all’Arena. Ieri si è quasi sfiorato il “sold out” quando in campo si sono affrontate Germania e Lettonia (5-1 per i tedeschi il risultato finale. «Ci terrei a sottolineare una cosa» aggiunge Cesare Toso «il beach volley è sinonimo e garanzia di fair play sulla sabbia ma anche sugli spalti. Non esistono differenzazioni tra etnie in tribuna, e non esistono gabbie che separano i tifosi di nazionalità diverse. Ho visto molte famiglie al completo assistere alle partite. È questo il messaggio di stile che vogliamo lanciare al calcio che è pur sempre uno sport di agonismo, ma prima di tutto deve essere un divertimento».

Chi non ha mai giocato a pallone sulla sabbia da bambino, facendo i pali delle porte con le ciabatte o le magliette? O costruirsi una montagnola con la sabbia per calciare una punizione o un calcio d’angolo? Gli jesolani Alessandro Berton, Mario Siviero e Jody Teso hanno provato ad imitare le gesta degli Azzurri provando rovesciate e acrobazie con il pallone sulla sabbia.

Domani torna in campo l’Italia (sempre alla stessa ora: 17,45) e c’è chi come Nicola Facco di 11 anni e i suoi piccoli amici raccattapalle coordinati da Vittorio Zuccon, non vedono l’ora di rivedere giocare gli azzurri.

Thomas Maschietto

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia