Basket, il grande ritorno di De Raffaele: «Il mio amore per Venezia durerà tutta la vita»

Il coach più vincente della storia della Reyer, oggi a Tortona, torna per la prima volta al Taliercio da avversario: «Sarà una partita speciale, ma anche uno spareggio per i playoff»

Michele Contessa
Walter De Raffaele festeggia lo scudetto del 2019 con Casarin
Walter De Raffaele festeggia lo scudetto del 2019 con Casarin

Un amore senza fine, ma avversario per una sera: Walter De Raffaele rimarrà legato per sempre alla Reyer e a Venezia. Il tecnico livornese snocciola parole dolci, dense di sentimento ed emozione nei confronti della società dove è rimasto per 12 stagioni, tra il 2011 e il 2023, vincendo due scudetti, una Coppa Italia e una Fiba Europe Cup.

Domenica affronterà la Reyer per la prima volta al Taliercio da avversario, dopo averla già battuta nelle due partite disputate a Casale Monferrato. Intanto, De Raffaele ha scritto mercoledì sera una pagina storica anche per la Bertram Tortona pilotando il club piemontese ai quarti di finale di Champions League, manifestazione dove portò la Reyer alla Final Four di Tenerife nella primavera di 8 anni fa. Si è seduto sulla panchina della Reyer 403 volte da head coach, altre 182 da assistente.

Quali sono le sensazioni alla vigilia del ritorno al Taliercio?

«C’è un sentimento di grandissimo amore che mi lega a Venezia, e lo sarà per tutta la vita. Sarà una partita speciale perché la Reyer ha rappresentato quasi un quarto della mia vita, ho vissuto momenti di felicità indescrivibili, ricordi che mettono ancora i brividi. Anni in cui ho stretto rapporti con decine e decine di persone, non solo in ambito sportivo, ma anche fuori dal Taliercio. Quando torno a Venezia sento profumo di casa perché per tanti anni lo è stata per me e per la mia famiglia, i miei figli sono cresciuti e sono diventati grandi. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, mi godrò ogni istante, ogni minuto, compresi i 40’ della partita».

De Raffaele in Piazza San Marco nel 2017 con lo coppa dello scudetto
De Raffaele in Piazza San Marco nel 2017 con lo coppa dello scudetto

È quasi uno spareggio con la Reyer?

«Bisogna fare una premessa: io non ricordo un campionato di Serie A così equilibrato al vertice, lo scorso anno sono entrato ai playoff da ottavo con Tortona facendo 28 punti, gli stessi che Bertram, Trieste e Reggio Emilia hanno già adesso a 7 giornate dalla conclusione. Questo perché le due neopromosse non hanno fatto le neopromosse, Trapani è addirittura in testa alla classifica, Trieste ha disputato finora una regular season eccezionale. La classifica è spaccata in due, chi fa parte del secondo troncone fa difficoltà a fare punti con le prime nove per cui ritengo che quest’anno la quota playoff sarà molto alta, forse a 34 punti saranno chiamati in causa gli scontri diretti».

Tortona arriva sulla spinta della qualificazione ai quarti di finale di Champions League?

«Sì, non è stato facile battere Wurzburg, ma alla fine siamo riusciti a portare a casa la partita, era un dentro o fuori: chi vinceva, passava; chi perdeva, veniva eliminato. È sempre bello scrivere una pagina di storia per la società per cui lavori, è accaduto alla Reyer, questo pass per i quarti di finale adesso è un altro momento storico per Tortona. L’avversario meno pericoloso? Credo che a questo punto una squadra valga l’altra, non possiamo ritrovare l’Aek Atene che era nel nostro girone, Nymburk, Tenerife e Malaga si equivalgono».

Prima c’è da passare lo scoglio della Reyer.

«In questi pochi giorni dobbiamo essere bravi a recuperare più energie fisiche e mentali che possiamo, dovendo affrontare una della squadre più fisiche del campionato. Nelle ultime 7 giornate non si può guardare chi si trova di fronte, con l’equilibrio che c’è, bisogna vincere più partite che si può».

Come state sopperendo al grave infortunio di Strautins?

«Trovando equilibri diversi all’interno del gruppo, anche Vital è stato recuperato in extremis per la partita contro Wurzburg. All’inizio della stagione abbiamo deciso di schierare solo 5 stranieri di passaporto, dando più spazio al gruppo degli italiani».

Il primo flash dell’esperienza alla Reyer?

«Il bagno di folla a cui andammo incontrando alle tre del mattino al Taliercio di ritorno da Trento quando la Reyer ha conquistato il primo dei due scudetti, provammo emozioni pazzesche. Subito dopo, la maestosità del corteo acqueo per festeggiare il titolo tricolore, un’esperienza che si può vivere solo in una città come Venezia».

Kabengele, pericolo numero uno?

«Credo che con Ennis formi la coppia play-pivot più forte del campionato, la scorsa estate anche Tortona ha cercato Tyler, come credo tante altre squadre considerando l’ottimo campionato disputato a Napol. È una squadra completa, esperta, fisica, noi opporremo tutte le armi di cui disponiamo».

Che giudizio dare sull’ipotesi dell’introduzione dei Play-In anche in Serie A?

«È un’idea che non mi dispiace, renderebbe ancora più incerta la lotta per entrare nei playoff, allargherebbe la schiera delle pretendenti e poi impedirebbe che a decidere fosse la differenza canestri».

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