Anne Schaefer: «Che rivincita» Vogt: «Grazie alla mamma...»

MESTRE. Protagoniste in campo con grande grinta, e fuori come campionesse di simpatia e disponibilità a discutere i temi del tennis giocato e non solo. Sono le ragazze impegnate nel Venice Challenge...

MESTRE. Protagoniste in campo con grande grinta, e fuori come campionesse di simpatia e disponibilità a discutere i temi del tennis giocato e non solo. Sono le ragazze impegnate nel Venice Challenge che raccontano le loro emozioni. «Ho raggiunto di nuovo i quarti di finale qui a Mestre e sono contentissima per come ho giocato questa ultima sfida» dice la tedesca Anne Schaefer, «contro la Thorpe avevo già perso due volte, e stavolta avevo la vendetta pronta. Ho trovato il modo di metterla in difficoltà, ma la partita è stata più dura di quel che dice il risultato». Stephanie Vogt (Lichtenstein) è raggiante dopo la semifinale di doppio vinta. «Per la prima volta sono venuta a Mestre a giocare, ed è bellissima l’atmosfera che si respira, sembra di essere a casa. Poi sto vivendo una sorta di esperimento, perché il mio allenatore non poteva seguirmi, e con me c’è per la prima volta mia madre. Porta bene, visto che sono in finale nel doppio e nei quarti del singolare. Va bene così, un ottimo risultato finora». «Non mi sarei mai aspettata di arrivare ai quarti, partendo dalle qualificazioni», commenta la greca Despina Papamichail, «ho già cambiato due volte il biglietto per gli Stati Uniti, ma ne sono stata ben contenta».

Capitolo deluse, in casa Italia tocca ad Anastasia Grymalska. «Partita dura con la Papamichail, mi sono trovata a tratti in difficoltà, ma forse non ho recuperato atleticamente dagli ultimi tornei, e anche la sfida in notturna di mercoledì ha lasciato il segno con i tre set giocati contro la colombiana Lizarazo. Ero l’ultima italiana in tabellone, lo so, e mi spiace non essere riuscita ad andare avanti in questo torneo. Mi è forse mancata un po’ di lucidità. Ora si va in Francia per un paio di tornei». Anche nel doppio, ko italiano. «Per la prima volta abbiamo giocato assieme, e non è detto che si vada avanti così, visto che ci siamo trovate bene in campo» dice Alberta Brianti. «Resta l’amaro in bocca perché sul 4-4 40 pari del primo set, l’arbitro non ha visto che un punto avversario è stato fatto con la mano, altrimenti chissà…» chiude Martina Caregaro. (s.b.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia