Andrea Poggi: «Venezia-Cosenza, il mio cuore non sa scegliere»

L’esterno sinistro arancioneroverde degli Anni Novanta doppio ex della partita «Sono i club che amo di più: mi hanno lasciato ricordi, risultati e amicizie vere»  
CRUCCU INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA.-CALCIO. VENEZIA-SANTARCANGELO.(2-1). PAOLO POGGI
CRUCCU INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA.-CALCIO. VENEZIA-SANTARCANGELO.(2-1). PAOLO POGGI

VENEZIA. Tante storie intrecciate tra Venezia e Cosenza, in campo domenica 23, alle 15, al Penzo. Zaccheroni, Di Marzio, Miceli, soprattutto Andrea Poggi. Inevitabile la telefonata alla vigilia di questa sfida che si rinnova a distanza di oltre vent’anni. «Per favore, non fatemi fare pronostici» parte quasi in contropiede l’esterno sinistro arancioneroverde degli anni Novanta «tra le varie maglie che ho indossato quelle di Venezia e Cosenza sono le due rimaste nel cuore. Vorrei che facessero entrambe i tre punti, ma non si può...».

Attualmente Andrea Poggi vive a Torino, portato da motivi familiari, reduce da un corso di segretario amministrativo collabora con il Toro in ufficio e sul campo per il settore giovanile, inoltre è il responsabile per il Piemone e la Liguria della Bia Soccer Agency, l’agenzia creata da Giovanni Bia, ex difensore di Napoli, Inter e altre squadre, per assistere i calciatori nelle operazioni contrattuali. . «Al Venezia sarò legato per sempre da ricordi, risultati e amicizie vere. Eravamo tutti più giovani... Lo spareggio di Cesena, la sfida di Coppa Italia con la Juve, la voglia di tornare calcisticamente grandi, nostra e dei tifosi. E anche voi della Nuova mi facevate scrivere una rubrica (è vero, “Visto dal campo”, ndr), ogni settimana, un compito che avevo ereditato dal Cive. E poi Pippo Filippini, Paolo Poggi, con molti ci sentiamo ancora. A occhio e croce ho giocato 140 partite con il Venezia, personalmente è stato un trampolino anche per la Serie A, per questo parlo del Venezia con emozione».

Ma anche a Cosenza c’è una fetta di cuore. «Un anno prima di arrivare al Venezia, fine Anni Ottanta, grande campionato con Bruno Giorgi allenatori» ricorda Andrea Poggi, «un quarto posto e lo spareggio per la promozione in Serie A sfuggito per la classifica avulsa. Ripenso al povero Donato Bergamini, un ragazzo splendido che ha fatto una morte non ancora chiarita». Dal “San Vito” a Sant’Elena, , un passaggio all’Atalanta e poi di nuovo in Calabria.

«Sì, e in rossoblu altri due anni da incorniciare, con una salvezza conquistata partendo con nove punti di penalizzazione. Ricordo una vittoria al Penzo, cross mio da sinistra e gol al volo di Marco Negri, però nella prima partita del 94-95 a Cosenza, la prima volta da avversario del Venezia, furono proprio i miei ex compagni a vincere: errore di Napolitano, contropiede e gol di Enio Bonaldi».

Buona memoria, era il Venezia allenato da Ventura, il quale la settimana successiva al colpaccio di Cosenza perse in casa contro il Como e venne esonerato da Zamparini, che aspettava la prima sconfitta per chiamare Maifredi. Andrea Poggi ha seguito anche le disavventure dell’ultimo decennio. «Facendo l’allenatore nel Veneto per qualche anno ho seguito attraverso giornali e racconti di amici quegli anni poco allegri fatti di fallimenti, gestioni discutibili e retrocessioni. Ma non voglio dare giudizi, il calcio è cambiato e mi sembra che soltanto adesso il Venezia si stia rimettendo al passo con i tempi». —


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