«Alle Olimpiadi sarò protagonista»

Pattinaggio su ghiaccio. Nenzi non vuole fermarsi dopo l’esplosione di Astana: «Spero di essere all’altezza di Fabris»
Di Laura Bergamin

MARTELLAGO. Già lo scorso anno aveva fatto parlare di sé, conquistando le due medaglie d'oro a Collalbo, in occasione dei campionati italiani di ice speed skating, ma è quest'anno che Mirko Giacomo Nenzi è esploso, registrando due record italiani e conquistando una medaglia d'argento ad Astana, in Kazakistan, nella prova di coppa del mondo. Il ventiquattrenne atleta di Olmo di Martellago è stato già paragonato a Enrico Fabris e si presenta con le migliori credenziali alle prossime Olimpiadi di Sochi. Nenzi, prima di arrivare al pattinaggio velocità su ghiaccio, è stato anche campione di pattinaggio corsa, gareggiando con i Pattinatori Marghera. Incontriamo il campione mestrino, portacolori delle Fiamme gialle di Predazzo, alla vigilia dell'ultima prova di coppa del mondo in programma questo fine settimana a Berlino. Una stagione in crescendo, con questo secondo posto, che vale in realtà un oro.

Come è arrivato questo eccezionale risultato?

«Tre settimane fa abbiamo iniziato il circuito di coppa del mondo e, giá a Calgary, avevo fatto segnare degli ottimi tempi stabilendo due primati nazionali sui 1000 metri e sui 500 metri. Sapevamo che si poteva migliorare, purtroppo però non sono riuscito a dimostrarlo nella seconda coppa a Salt Lake City a causa di alcuni errori. Ad Astana, invece, tutto è filato liscio ed è arrivato questo podio. In realtà per noi non è stata una vera e propria sorpresa perché sapevamo di essere pronti, bastava solo trovare il feeling giusto».

Quali sono i prossimi appuntamenti in vista delle Olimpiadi?

«Questo fine settimana mi aspetta la quarta ed ultima coppa del mondo a Berlino, poi ci saranno le Universiadi, in programma in Trentino la settimana prossima, sulla pista di casa di Baselga. Seguirà un mese di preparazione a Baselga in vista delle Olimpiadi».

Su quale distanza ti piace di più gareggiare?

«Senza dubbio sono i 1000 metri la distanza sulla quale riesco ad esprimermi al meglio. Non disdegno però nemmeno i 500 metri, dove faccio un po' più fatica a competere con i grandi, ma sto migliorando».

Sei ritenuto l'erede di Enrico Fabris, che è stato l'ultimo, prima di te a conquistare un podio di coppa del mondo maschile. Cosa vi accomuna?

«Essere nominato suo erede è un grandissimo onore, ma anche una grande responsabilità. Sicuramente farò il possibile per esserne all'altezza, almeno dal punto di vista dei risultati. Come specialità siamo molto diversi l'uno dall’ altro, io prediligo le distanze corte, lui invece le distanze più lunghe, abbiamo solo una distanza che ci accomuna, i 1500 metri e anche qui abbiamo due gestioni di gara completamente diverse. Sono stato suo compagno di squadra per tre anni e se c'è una cosa nella quale spero di assomigliargli, è l'umiltà con cui affronta ogni cosa, sempre disponibilissimo e mai altezzoso».

Oltre alle Olimpiadi quale sarà il tuo obiettivo per questa stagione?

«“Con gli allenatori abbiamo prefissato la medaglia olimpica come obiettivo, anche se non pensavamo potesse essere così reale, così concreto come lo sta diventando in questi giorni. Per adesso quello rimane il sogno da realizzare, la massima aspirazione possibile e faremo del nostro meglio per realizzarlo».

Tornando all'argento di Astana, cosa hai provato dopo aver conquistato il secondo posto alle spalle di Shani Davis?

«Quando ho visto il tempo ho tirato un sospiro di sollievo perché vuol dire che, per quattro anni, abbiamo lavorato nella direzione giusta, e che a Sochi potrò essere uno dei protagonisti. Vorrei anche ringraziare i miei allenatori e le Fiamme gialle».

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