Grotte e sotterranei, a Venezia80 gli 800 giorni di Celadon nelle mani della ‘ndrangheta
Il sequestro più lungo d’Italia raccontato senza retorica ma con grande partecipazione e capacità cinematografica, con una ambientazione molto claustrofobica e che fa rivivere in pieno le peculiarità di un periodo storico difficile per il Nordest e per l’Italia intera.
Sono andati esauriti in poco più di un’ora al Lido gli inviti (poco meno di cinquecento) per assistere nella sala del cinema Astra all’anteprima nazionale di “800 giorni”, il film che il regista Dennis Dellai ha liberamente tratto dalla vicenda di Carlo Celadon, il giovane vicentino figlio di un industriale, rapito trentacinque anni fa, il 25 gennaio 1988 dalla ’ndrangheta e segregato in Calabria per oltre due anni.
«Uno dei sequestri di persona più discussi» spiega il regista «che però con gli anni è stato quasi relegato nell’oblio. Alle nuove generazioni il nome di Celadon sembra dire ben poco, e invece sarebbe il caso di riportare storie del genere all’onore della cronaca».
800 giorni (anzi, 833 per essere precisi) che cambiarono ovviamente la vita del giovane, figlio dell’imprenditore Candido Celadon, e che si conclusero con un all’epoca molto discusso riscatto di circa sette miliardi.
Per raccontare la storia, Dennis Dellai, 61enne vicentino con un passato (che sullo schermo si sente) di cronista nei quotidiani locali, sceglie di non affidarsi del tutto alla realtà dei fatti (e trasforma Carlo in Paolo) ma di badare soprattutto alle emozioni, alle sensazioni, ai sentimenti di una vicenda ambientata in larga parte in sotterranei, grotte e prigioni, per lo meno per il protagonista.
«Penso che mi abbia odiato» scherza Dellai alla presentazione «per come lo ho costretto a stare per ore in catene al buio e al freddo, ma ho ottenuto una recitazione naturale e adatta a rappresentare quello che volevo. Devo dire che sono stato aiutato da un cast perfetto, a partire dal professionismo indiscusso della star Fabio Testi e di Vasco Mirandola, che mi ricordavo straordinario in “Mediterraneo” di Salvatores e che è stato altrettanto bravo. La nostra intenzione è stata quella di rievocare un decennio difficile di rapimenti che ha avuto il Vicentino come terra molto colpita, con i sequestri degli industriali Pietro Berto e Livio Bernardi, che purtroppo non sono più tornati».
Carlo Celadon e la famiglia hanno già visto il film: «Abbiamo organizzato una proiezione privata» dice Dellai. «Dopo la visione, Carlo mi ha ringraziato complimentandosi per il lavoro e mi ha detto di essersi rivisto in alcune scene, facendomi anche i complimenti per la ricostruzione di uno dei covi dove era stato sequestrato.
“800 giorni, prodotto da Progetto Cinema con Pietro Sottoriva Production e il patrocinio della Regione Veneto, sarà il 30 settembre al Film Festival di Breganzee poi su Amazon Prime Video.
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