Lento, inclusivo e regolato. Ecco il turismo che verrà a Venezia
VENEZIA. Sì al turismo, ma ricordiamoci dell’impatto sui residenti. Dopo mesi di chiusura il timore è che le città d’arte vengano di nuovo prese d’assalto, dimenticandosi della richiesta di chi ci abita di un turismo più sostenibile. In questi giorni è stata ufficializzata la partenza del progetto Smartdest, finanziato per 3,1 milioni di euro dal programma Horizon 2020 della Comunità Europea, su turismo pre e post Covid-19 che vede la partecipazione di 12 realtà provenienti da otto Paesi. Coordinato dal professore veneziano Paolo Antonio Russo, docente all'Università Rovira della Spagna, la ricerca ha anche un partner veneziano: SerenDPT, la società di ricercatori guidata del professore veneziano Fabio Carrera, fondatore della piattaforma Venice Project Center e ideatore di tante soluzioni innovative sui problemi della città.
«L’obiettivo iniziale del progetto era di analizzare l’esclusione sociale causata dal cosiddetto over tourism - spiega Carrera - La crisi causata dal coronavirus ha creato un contesto senza precedenti che ci ha portato a riformulare l’indirizzo del progetto. Il mondo è stato immobilizzato e ci si chiede se il turismo come lo conosciamo tornerà alla normalità e che cos’è la normalità».
Virus a parte, le città svuotate dagli umani hanno permesso un contatto con la natura e anche una riflessione sul futuro delle realtà urbane. Amsterdam, Barcellona, Gerusalemme e Venezia saranno le quattro città pilota dove realizzare la ricerca che si concluderà a dicembre 2022. Come saranno i luoghi post Covid-19? Potrebbero essere più inclusivi e portare a un turismo più lento, ma di contro anche a una sorta di bulimia di turismo.
Quattro i campi che verranno approfonditi: il ruolo delle mobilità turistiche e delle abitazioni temporanee; i meccanismi di esclusione sociale e il punto di vista delle comunità locali e i laboratori di innovazione presenti nelle città. Il risultato della ricerca verrà poi raccontato alla Comunità Europea. Lo studio avrà anche un risvolto pratico: prima di tutto verrà creata una vera e propria mappa europea che classifica le regioni e le aree metropolitane in termini di mobilità, di fattori di attrazione e di forme di esclusione sociale, come l’impossibilità di vivere in una città perché troppo cara. Poi è in programma un percorso partecipativo con i cittadini che ha l’obiettivo di elaborare soluzioni sull’esclusione sociale dovuta al turismo.
Già da adesso è possibile seguire passo dopo passo come si sviluppa il progetto che ha un sito www.smartdest.eu, una pagina Fb, Instagram, Twitter e anche LinkedIn. Intanto i ricercatori di SerenDPT hanno invitato già i veneziani a partecipare, iscrivendosi come soggetti interessati nell’apposita pagina della piattaforma.
«Il mondo più lento e, probabilmente più regolamentato, verso cui ci stiamo dirigendo è un luogo più inclusivo? O più democratico? - conclude Carrera che insegna al Mit del Massachusetts - Ogni cittadino come stakeholder locale è fondamentale per riflettere sulla situazione post Covid-19 e per costruire insieme nuove soluzioni sostenibili per il futuro di Venezia, quindi vi invitiamo a partecipare attivamente a questa sfida che riguarda noi è la nostra città». —
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