Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi a Mestre?

La proposta: credere nello sviluppo di una downtown e di un iconic building. Sì, insomma: una nuova skyline urbana 

Marco Mestriner

Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi a Mestre?

Una domanda non scontata che porta a guardarsi allo specchio e cercare di vederci per quello che siamo. In questo esercizio sarebbe utile anche a chiedere un riscontro agli altri, una impressione, una percezione costruttiva per migliorarsi.

Una volta ho fatto una domanda a Chiara, una mia amica: chiudi gli occhi e dimmi cosa ti viene in mente quando pensi a Padova. E lei: l’Università. A Venezia? La città d’arte, la Laguna. A Verona? L’Arena. E quando pensi a Mestre, cosa ti viene in mente? Lei chiude gli occhi e sorride: il degrado, dice d’istinto. Poi si ferma, ci pensa meglio, forse ragiona sul perché della mia domanda e risponde di nuovo: una grande città, un grosso centro urbano, un luogo aperto e multiculturale.

Chiara viene da un comune in provincia di Venezia, dove ci sono pochi turisti e poco movimento, non ci sono hotel, non c’è una “chinatown” come a Mestre e non c’è nemmeno una stazione dei treni con un traffico passeggeri importante. La ragazza per mangiare etnico viene a Mestre, dove non trova solo il solito sushi ma anche libanese, greco, marocchino, indiano, sudcoreano o cinese.

Se ponessimo la stessa domanda ad altre nove persone a caso, probabilmente avremmo risposte meno riflessive di quella di Chiara. Per tanti ormai Mestre è solo sinonimo di degrado, droga, spaccio, insicurezza e malavita.

Per non arrendersi a un declino che a tratti pare ineluttabile, bisogna avere il coraggio di fare delle proposte per provare a tracciare il futuro della città che verrà, quella dove le persone vorrebbero rimanere a vivere, a lavorare e crescere i propri figli.

Un posizionamento nuovo

Si tratta di fare marketing territoriale e individuare un posizionamento nuovo per la città. L’immagine di Mestre, innanzitutto, ha bisogno di essere “sexy”, ovvero capace di attrarre e sedurre. Dovrebbe essere, insomma, l’opposto di quella che è adesso.

La vision, il sogno, a mio avviso, senza nessuna pretesa dirigista, è quella della Mestre metropoli, una Mestre cosmopolita, una Mestre verticale con palazzi di vetro e acciaio, con grandi brand internazionali che scelgono la terraferma per le nuove aperture, un territorio dove le archistar internazionali vengono per costruire e non solo per transitare verso qualche convegno veneziano.

Una Mestre aperta e proiettata verso il futuro, dove si costruisca tutto quello che non è possibile costruire a Venezia, dove la storia si intreccia alla modernità, una città che sfrutta e potenzia il grande sistema infrastrutturale di cui è dotata (aeroporto, porto, autostrada e stazione) che la rende già uno degli hub più strategicamente collegati in Europa.

Partiamo da quello che abbiamo: il turismo. La Regione Veneto è stata quella più visitata d’Italia lo scorso anno, mentre nella top 10 delle destinazioni troviamo ben cinque Comuni della provincia di Venezia (Venezia, Jesolo, Cavallino - Treporti, Bibione, Caorle).

In grandi città internazionali, l’apporto del turismo è il volano fondamentale per l’economia: Dubai vive di turismo e di immobiliare (e non di petrolio). Si pensi all’Arabia Saudita, che scorge inevitabilmente la riduzione drastica dell’utilizzo dell’energie fossili nei prossimi decenni, e sta lanciando progetti di megalopoli nel deserto come Neom oppure sta promuovendo in maniera incessante la capitale Riyad, con nuove costruzioni e brand di lusso.

Un progetto simbolico

Quello che servirebbe a Mestre, che parte da basi turistiche ben più solide, è credere nello sviluppo di una downtown e di un iconic building: una nuova skyline urbana potrebbe fissarsi nelle menti delle persone. Chiudete gli occhi e immaginate una downtown di grattacieli, simbolo di prosperità, magari con affaccio sulla Laguna. Bello, vero?

È importante partire proprio da un progetto simbolico e iconico, che dia il via e ispiri questa nuova vision. Un progetto creato per fare sognare in grande, che racchiuda l’essenza di un futuro avveniristico per la città, capace di renderla riconoscibile in tutto il mondo.

Il più famoso edificio iconico è probabilmente la Tour Eiffel di Parigi, ma progetti più recenti hanno fissato nella mente la città che li ospita: quando pensiamo a Sidney ci viene in mente l’Opera House, quando pensiamo a Chicago, il Cloud Gate (il famoso monumento a forma di fagiolo), quando ci chiedono di Dubai vediamo l’hotel a forma di vela (Burj al-Arab). Valencia si è affermata grazie all’immagine della Città delle Arti e della Scienza, e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Mestre avrebbe la possibilità di creare un simbolo che guardi la Laguna e la città antica e che potrebbe magari diventare una sede in terraferma di un Museo conosciuto in tutto il mondo. Il simbolo della Mestre antica è la Torre, con la sua piazza e il suo centro, quello moderno è ancora da realizzare. Non si abbia paura di osare: bisogna lavorare per trovare una risposta iconica alla nostra domanda iniziale. Bisogna chiudere gli occhi e vedere Mestre sexy.

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