La svolta Bitcoin a Venezia: come la rivoluzione digitale potrebbe portare la città nel futuro
Oltre la narrazione legate alle truffe, cinque buoni motivi per immaginarsi di adottare la moneta digitale proprio qui
Bitcoin, la creazione del misterioso Satoshi Nakamoto, celebra quest'anno il quindicesimo anniversario dalla sua nascita, continuando a godere di una crescente popolarità.
La criptovaluta più famosa al mondo è ormai un marchio riconosciuto anche al grande pubblico e la sua popolarità è stata alimentata negli anni anche grazie all’entusiasmo di una folta community di appassionati utilizzatori, risparmiatori e simpatizzanti: un percorso bottom-up che, in maniera orizzontale, ha preso piede in tutto il mondo, senza bisogno di un piano di marketing o di risorse per la promozione.
Una delle grandi differenze con le altre valute fiat e con le riserve di valore classiche, è che il “bitcoiner” è, allo stesso tempo, sia fruitore che testimonial di una tecnologia rivoluzionaria in ogni suo utilizzo.
Nessuno è in grado di prevedere gli sviluppi a lungo termine di Bitcoin. Come ogni progetto innovativo, presenta margini di fallibilità, e la sua reale affermazione ed efficacia saranno sempre più valutate in base all’utilità pratica, attraverso l'adozione di massa da parte della popolazione e la sua capacità di resistere nel tempo. Inoltre, da anni Bitcoin è associato a transazioni illegali nel deep web, come il traffico di droga e armi. Negli ultimi tempi, la criptovaluta è stata sfruttata da truffatori online, tra cui alcuni sedicenti guru e presunti promotori finanziari, che hanno promesso guadagni facili e del tutto irrealistici, rivelandosi puntualmente essere schemi Ponzi.
La narrazione sfalsata
Questi episodi hanno falsato la narrazione mediatica del tema, distraendo la percezione sul potenziale della tecnologia, soprattutto in ambienti istituzionali che, per un comprensibile principio di precauzione, hanno preferito temporeggiare nei tentativi di includere Bitcoin all’interno dei propri progetti. Alcuni enti pubblici, più visionari o più incauti (sarà la Storia a giudicare!) si sono invece aperti all’adozione delle criptovalute creando dei precedenti importanti nel settore pubblico che non possono essere ignorati. A questo proposito il caso più eclatante è rappresentato dallo Stato di El Salvador, primo Paese al mondo ad aver adottato Bitcoin come valuta a corso legale.
Il Paese dell’America Centrale conta circa sei milioni di abitanti ed è guidato dal giovane presidente Nayib Bukele che nel 2021 ha affiancato la criptomoneta al dollaro, aprendo così (non senza difficoltà) la possibilità per i propri cittadini e per le proprie imprese di effettuare transazioni in Bitcoin.
Bukele inoltre ha acquistato moneta elettronica per le proprie riserve statali, favorendo sostanzialmente un ecosistema innovativo e sviluppando infrastrutture digitali per facilitare l’utilizzo e le transazioni. Quello che si sta attuando in El Salvador è tuttavia un esperimento in scala ridotta: potrebbe una grande economia occidentale, come ad esempio gli Stati Uniti, aprirsi a Bitcoin?
La campagna americana
Nella campagna elettorale alle presidenziali 2024 il tema delle criptovalute è stato toccato in numerose occasioni soprattutto da parte dei repubblicani. Donald Trump non solo si è aperto all’idea ma pare se ne sia innamorato: durante i suoi comizi in giro per l’America, ha definito Bitcoin una rivoluzione paragonabile a quella dell’acciaio e ha dichiarato di voler trasformare l’America nella capitale mondiale di questa nuova moneta digitale.
Dalle parole ai fatti: il Tycoon ha inaugurato di recente un family business di criptovalute, fondando un proprio token.
Negli ultimi anni, Miami, una delle città principali degli Stati Uniti, ha intrapreso un percorso per diventare un polo internazionale per le criptovalute e la blockchain. Gli amministratori pubblici locali, riconoscendo le opportunità e l’innovazione offerte da questo nuovo settore, hanno avviato iniziative strategiche a tal fine. Il sindaco Francis Suarez ha suggerito di consentire il pagamento delle tasse cittadine in criptovalute, estendendo persino questa opzione agli stipendi dei dipendenti pubblici.
Prospettiva Venezia in 5 punti
Questo spinge a riflettere sui possibili benefici dell’introduzione di questa tecnologia anche nel nostro Paese, in particolare a Venezia, e su quali settori potrebbero trarne vantaggio nella rivoluzione digitale, magari ispirandosi ad esempi virtuosi più vicini a noi, come le città svizzere di Lugano, Zugo e Chiasso.
Abbiamo chiesto il parere a un esponente rilevante della comunità “Bitcoin in Venice” (sì, ne esiste una!) che, in pieno stile “bitcoiner”, ha preferito mantenere l’anonimato. Bitcoin e Venezia sembrano due temi molto distanti, ma quali possono essere le connessioni positive?
1) Flessibilità nei pagamenti: i turisti che possiedono Bitcoin potrebbero volerli utilizzare per pagamenti alternativi e sicuri. Ciò può rendere il processo di pagamento più affidabile e rapido (tramite Lighting Network), sia per chi invia sia per chi riceve.
2) Risparmio sui costi di conversione: i turisti che detengono Bitcoin insieme a una valuta diversa dall'euro, e che non possono convertirla in euro per motivi geopolitici o per evitare spese di cambio, potrebbero spendere direttamente Bitcoin, o più precisamente la sua unità più piccola, i satoshi
3) Nuovo circuito di sconti e offerte: i negozi e i ristoranti che accettano Bitcoin potrebbero offrire prezzi più competitivi per le persone che pagano utilizzando questa criptovaluta.
4) Attrazione di un pubblico di nicchia e di qualità: consentire pagamenti in Bitcoin potrebbe attrarre una diversa tipologia di turisti, sia coloro che sono appassionati della tecnologia Bitcoin, sia quelli che possiedono un significativo quantitativo di Satoshi. Il loro potere d'acquisto in euro è infatti molto elevato, permettendo loro di godere della città senza essere i tipici turisti 'mordi e fuggi' che visitano Venezia in poche ore.
5) Attrarre investimenti: la città di Venezia può utilizzare Bitcoin per raccogliere fondi attirando investimenti da tutto il mondo. Attualmente è già possibile spendere Bitcoin a Venezia, ci sono alcuni negozi, ristoranti e osterie che accettano questa tipologia di pagamento. Inoltre, esiste Destination Venice, il primo tour operator in Italia che offre l’opportunità di vivere la città di Venezia spendendo solo Satoshi.
Attrarre talenti
Ci sono ampie opportunità per chi decidesse di promuovere l’adozione di Bitcoin a livello locale, anticipando una tendenza già in atto a livello internazionale. Inoltre, vi sarebbe la concreta possibilità di utilizzare Bitcoin per pagare la pubblica amministrazione, dalle multe alle bollette. Naturalmente, è fondamentale valutare attentamente i rischi, specialmente quando si gestiscono risorse pubbliche. Tuttavia, un'apertura a questo mondo potrebbe rappresentare un significativo slancio per la città e un ritorno a quel 'primato dell'innovazione' che Venezia ha perso da tempo.
Posizionarsi come un hub internazionale Bitcoin-friendly non solo creerebbe nuove opportunità per turisti e commercianti, ma contribuirebbe ad attrarre anche talenti nel settore tecnologico e innovativo, contribuendo alla creazione di un ecosistema tecnologico con effetti positivi per l'intero territorio.
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