Dagli sci in legno di faggio ai bastoncini digitali: in mostra a Longarone un secolo di montagna
i si guarda e sembra quasi impossibile che cent’anni fa o poco più si potesse attaccare una discesa innevata con quegli sci ai piedi, realizzati com’erano in legno di faggio, paralleli, con attacchi che lasciavano libero il tallone di alzarsi. Eppure è con attrezzature così che i primi atleti di sci nordico e poi di sci alpino (olimpico dal 1936) hanno affrontato le prime competizioni. Come Zeno Colò, oro nella discesa libera a Oslo ’52. I suoi sono gli sci che aprono la mostra “Scie di gloria: l’eredità di Tonino Zampieri” inaugurata ieri mattina alla fiera di Longarone nell’ambito dello Sport business forum.
Un viaggio nella tecnologia e nei materiali lungo oltre cent’anni, reso possibile dalla curiosità e dalla passione di quello che è stato forse il più grande collezionista di sci in Italia: Zampieri ne ha messi insieme infatti oltre 4 mila, senza contare diverse attrezzature per gli sport invernali.
La mostra è un tuffo nell’evoluzione di sci e scarponi, ma anche nella storia degli atleti che li hanno portati al successo, a titoli mondiali e olimpici, realizzati che fossero in legno di faggio o in fibra di vetro, come quelli di Alberto Tomba o Kristian Ghedina.
Una mostra che fa sintesi di cosa significhi per lo sport l’evoluzione tecnologica, tanto in materia di prestazioni che di confort e sicurezza. Guardando ancora allo sci, nel corso di un secolo l’attrezzatura ha vissuto una vera e propria rivoluzione come ieri ha raccontato Nicola Petrone, docente di Sports engineering and riabilitation devices all’università di Padova.
«I primi sci in faggio» ha ricordato «erano poco rigidi e si bagnavano facilmente. La prima aggiunta al legno si è avuta negli anni ’30 con l’applicazione delle lamine in acciaio». Inizia così una corsa all’innovazione tecnologica e che passa anzitutto da una costante evoluzione dei materiali: dall’alluminio alla fibra di vetro per arrivare a quella di carbonio. «Uno dei passaggi decisivi è stata l’introduzione da parte dei francesi di Rossignol della fibra di vetro arrotolata, per evitare interruzioni e dare maggiore stabilità ai carichi, pensiamo ai Rossignol 4G di Tomba, diventati uno degli oggetti del desiderio di tanti sciatori italiani» ha evidenziato ancora il docente che tornando alle evoluzioni ha poi ricordato il cambio di paradigma degli attacchi, con l’introduzione del «puntale con sgancio laterale e della talloniera di sicurezza, entrati in gioco già negli anni ’60, prima attaccati direttamente allo sci, poi sulle piastre».
La passerella degli sci collezionati da Zampieri (che la figlia Chiara e i curatori sognano ora di poter riallestire nell’ambito delle prossime olimpiadi invernali di Milano-Cortina) si ferma all’alba del nuovo millennio. Non fa altrettanto, ovviamente, l’evoluzione tecnologica dei materiali adottati in ambito sportivo, che anzi, grazie al digitale e alla necessità di produzioni sempre più sostenibili, se possibile negli ultimi anni ha addirittura accelerato il passo. A dimostrarlo sono le tante startup che ieri, sempre a Longarone fiere, hanno presentato le loro innovazioni. Molte sono ancora prototipi, altre sono pronte alla commercializzazione. È il caso della Ethernum Technology, azienda fondata nel 2019 a Bolzano da Lisa Pasquin.
«Proponiamo telai di biciclette realizzati in magnesio: il peso è pari al carbonio, ma è molto più resistente alle cadute ed è 100% riciclabile. Inoltre grazie al nostro brevetto siamo in grado di produrre un telaio in appena 30 secondi. Per ora stiamo mettendo a punto un prototipo, ma contiamo di sbarcare sul mercato nella primavera del 2025».
Un traguardo, quello della commercializzazione, che è invece ormai a portata di mano per la molisana Formula center Italia, nata nel tardo 2018. «Proponiamo un dispositivo in grado di sensorizzare il pilota (di auto o moto) durante l’attività agonistica» spiega il founder e Ceo, Davide Venditti, «abbiamo brevettato la tecnologia, che consiste un piccolo dispositivo capace di fornire una visione completa dei parametri psicofisici dell’utilizzatore, sia in ambito sportivo ma anche sanitario». Esempi ai quali se ne affiancano diversi altri. Come i bastoncini intelligenti della vicentina Gabel sport, azienda guidata da Gianpietro Beltramello, che ha sensorizzato i bastoncini, Nordic Walking ma non solo, con tecnologie capaci di fare analisi motorie, utili tanto ai professionisti dello sport che agli amatori e a coloro che passeggiano solo alla ricerca di un po’ di benessere».
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