Venezia, tutti in barca contro le grandi navi. Cavallino Treporti contro Duferco: «Vuol costruire nel punto più delicato»

I comitati: «La laguna è un ambiente fragile, no allo scavo del Vittorio Emanuele».

Il Comune litoraneo promette battaglia contro il progetto di terminal nel canale del Lido: «Quelle sono acque lagunari»

Vera Mantengoli
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera/ Navi da crociera ormeggiate a Porto Marghera
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera/ Navi da crociera ormeggiate a Porto Marghera

VENEZIA. I No Grandi Navi e Ambiente Venezia annunciano una manifestazione per il 28 maggio alle Zattere e un esposto in Procura “perché la Laguna è diventata un porto diffuso”. Venerdì pomeriggio in Campo San Tomà le associazioni hanno spiegato i motivi della “barcheggiata” di sabato 30 aprile, partita dall’appuntamento alle 10 a San Trovaso con una quindicina di imbarcazioni a cui si sono aggiunta altre di semplici cittadini in barca.

«Abbiamo iniziato a protestare più di dieci anni fa, prima della tragedia della Costa Concordia, quando andando in barca ci siamo accorti dell’impatto delle crociere sulla Laguna e oggi siamo ancora qui a denunciare la stessa cosa».

Il video della protesta

Venezia, protesta in barca contro gli scavi di nuovi canali per le "grandi navi"

È arrabbiato Armando Danella: «Stiamo andando nella direzione di trasformare gli approdi temporanei in definitivi», ha spiegato. «Si punta sul Canale Nord, proprio a ridosso dei terreni dei Pili del sindaco Luigi Brugnaro e di quelli del presidente di Confindustria Vincenzo Marinese. E si vuole scavare il Vittorio Emanuele, un canale dismesso da trent’anni con un pescaggio di quattro metri». Non si capacita del fatto che nemmeno gli studi di Ca’ Foscari e del CNR, che hanno dimostrato che il passaggio delle navi nel Canale dei Petroli crea erosioni nella Laguna, abbia fermato la crocieristica.

Per questo Ambiente Venezia farà un esposto in Procura contro le banchine provvisorie: «Sono pericolose, c’è commistione di traffico commerciale e di passeggeri, attorno ci sono industrie, nuvole di polvere di carbone, ferro e di tutti i materiali che vengono lavorati. Le banchine, in via di adattamento senza parere della Via, rischia di allontanare anche le bonifiche su Porto Marghera che si chiedono da tempo e la riconversione dell’area industriale, trasformando tutto in altri parcheggi e magari alberghi per i crocieristi, dando spazio ancora alla monocultura turistica».

No grandi navi a Venezia. La protesta in barca a Marghera alle banchine Tiv e Vecon

A questo si aggiunge anche la recente sentenza del TAR che ha dato ragione a Duferco – De Piccoli, ideatori del progetto Venis Cruise 2. 0, che hanno sempre sostenuto che il Terminal al Lido era fuori dalle acque protette. Un problema non da poco per il Porto che lo aveva escluso dal concorso di idee perché fino alla sentenza considerato all’interno delle acque protette della Laguna.

Ora, mentre i legali del Porto stanno cercando di capire come fare, l’amministrazione comunale ha già ribadito che non lo vuole perché sarebbe troppo impattante e così ora fa Cavallino Treporti: «Non corrisponde al vero che il progetto sia fuori dalle acque protette della Laguna. Ricade nel punto di maggior delicatezza», ha detto la sindaca Roberta Nesto, «Ribadiamo il nostro no convinto e auspichiamo che le autorità territoriali e nazionali convengano con questa posizione».

Sabato 30 aprile, come da dieci anni, i movimenti si sono presentati sulle loro imbarcazioni per dimostrare ripercorrendo il percorso della crociere, quanto sia distruttivo per la Laguna,

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