Grandi navi a Marghera, tutto in mano al commissario Di Blasio. Approdi provvisori, percorso a ostacoli
Dopo il decreto approvato dal Parlamento il presidente dell’Autorità portuale sarà ascoltato mercoledì in Comune per fare il punto sulla situazione grandi navi
PORTO MARGHERA. Tutto nelle mani di Di Blasio. Il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, nominato ora anche commissario straordinario per la realizzazione degli approdi temporanei delle grandi navi, ha il compito di attuarli in tempi relativamente brevi.
Per non rischiare di perdere il traffico crocieristico estromesso dal primo agosto dal Bacino di San Marco e dal canale della Giudecca se superiore alle 25 mila tonnellate di stazza, in base al decreto appena approvato dal Parlamento. Avviando anche l’iter per la nuova stazione passeggeri prevista a Marghera canale Nord sponda Nord Ma il percorso si presenta irto di ostacoli tecnici e procedurali.
Fulvio Lino Di Blasio sarà mercoledì in Comune ad illustrare in audizione alle Commissioni consiliari i prossimi passi del suo lavoro. Previsti in tutto cinque approdi rispetto ai sette finora attivi alla Stazione Marittima. Un attracco è stato di fatto già attivato nel terminal ro-ro di Fusina per le navi di piccole dimensioni. Altre due banchine a Marghera nei I terminal di Tiv e Vecon, secondi quanto dichiarato anche da Di Blasio in Senato in audizione, possono essere pronti per la stagione 2022, i lavori possono partire dopo l’estate.
I tempi si allungano, sempre secondo quanto riferito dal commissario, invece, per il nuovo terminal crocieristico lungo la sponda Nord del canale industriale Nord. Sempre secondo quanto riferito da Di Blasio, la prima banchina potrebbe essere pronta per il 2023, ma la seconda con il terminal solo nel 2026. Ma questa tempistica, nonostante i maggiori poteri conferiti a Di Blasio nel suo ruolo di commissario, è tutta da verificare.
«Gli interventi previsti», fa notare infatti la professoressa Andreina Zitelli, esperto di procedure ambientali e già docente Iuav, «devono essere assoggettati a valutazione di impatto ambientale, secondo le normative vigenti. Inoltre le varianti al Piano regolatore portuale, ancorché approvate dal commissario, devono essere sottoposte a procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale.
La variante di rotta attraverso la bocca di Malamocco e il canale dei Petroli Malamocco-Marghera rappresenta una variante sostanziale al Piano regolatore portuale per la crocieristica e necessita di essere sottoposta alla Valutazione d’impatto ambientale e a quella strategica. Il commissario poi è tenuto a relazionare al Parlamento anche in funzione delle criticità riscontrate nel corso del processo di realizzazione. Solo alla conclusione delle procedure previste quindi dalla nuova legge si saprà se gli approdi a Marghera e a Fusina saranno possibili».
Insomma, se il ministro di riferimento per Di Blasio è quello delle Infrastrutture Enrico Giovannini, chi avrà veramente l’ultima parola su tutta la questione degli approdi crocieristici provvisori – in attesa di capire se si arriverà poi davvero alla progettazione di un nuovo terminal permanente in mare, come prevederebbe lo stesso decreto – sarà quello dell’Ambiente. Il precedente della bocciatura da parte della Commissione Via dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo induce alla prudenza. Tutto si gioca infatti anche sull’allargamento del canale dei Petroli (o Malamocco-Marghera) dagli attuali 60 metri a un minimo di 100-110 metri per consentire il passaggio delle navi da crociera di grandi dimensioni, lunghe fino a 340 metri e tra le 140 e le 180 mila tonnellate di stazza, senza penalizzare il traffico commerciale che passa lungo la stessa via d’acqua.
Il progetto dovrà garantire anche le necessarie condizioni di sicurezza per il passaggio delle navi, per evitare l’effetto Suez: quello che, sotto la spinta di un vento più forte, potrebbe farle sbandare e metterle di traverso, bloccando così la funzionalità del canale. Già tra gennaio e febbraio il commissario Di Blasio dovrà fornire la sua prima relazione al Ministero sullo stato d’avanzamento dei lavori e le eventuali criticità. Sarà già quello il primo momento della verità.
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