Spettacolo a Bergamo, vince McNulty, sotto il sole è tregua tra i big
Fuga da lontano, vince lo statunitense. Il francese Armirail tiene la maglia rosa: e ora dopo il riposo la resa dei conti sulle Alpi
BERGAMO. Mc Nulty, signor corridore, batte Healy (idem) e Frigo (come sopra) a Bergamo, finalmente col sole e dopo una tappa spettacolare. Con i primi della classe rimandati a settembre. Hanno scelto per gli esami di riparazione, in salita. Esami duri che si chiamano Bondone, martedì, e le sue damigelle attorno a Trento, e poi tanto altro.
Il nostro racconto della tappa di Bergamo parte da Sedrina, 121 km all’arrivo. Non è un passaggio qualsiasi. Perché è terra del grande Felice Gimondi, e il paese, per il suo eroe che non c’è più da quasi quattro anni, s’è addobbato come non mail.
Valcava, Selvino, Miragolo e soprattutto Roncola. Ecco su queste salite si corre la tappa, roba nobile da classiche. E sulla Roncola si ritrovano i più forti della fuga d’inizio: Brandon McNulty (Uae), Marco Frigo (Israel) e Ben Healy (Ef). Di km ne mancano 36. I ciclisti pedalano all’insù con la maglietta aperta per il caldo, impensabile solo 24 ore prima.
Scene tipiche di Giro da oltre cent’anni diventano particolari da appuntare: maledetta pioggia. Che pare pure tornerà.
Healy a 34 km dall’arrivo prova ad andarsene come aveva fatto a Fossombrone quando l’avevano visto solo dopo il traguardo. È uno di quei (pochi) corridori che quando scattano fanno male. Ha solo 22 anni, l’irlandese ha una cilindrata superiore. Ma stavolta deve fare i conti con McNulty, che gli rivà sotto. Questione a due? C’è la Boccola, la salita del Giro di Lombardia che porta alla splendida Bergamo Alta. Ma la coppia non fa i conti con Frigo che li raggiunge, si ristacca in salita, ma piomba ancora sui due cercando pure di lanciare una volata lunga. Healy con resiste, McNulty vince. Sì un bell’arrivo a Bergamo davanti a una fiumana di gente.
I rimandati del gruppo? Niente fino all’ultimo strappo. Joao Almeida (Uae) allunga due volte, tanto per dimostrare di star bene, Geraint Thomas (Ineos), Primoz Roglic (Jumbo) e Damiano Caruso (Bahrain) sono lì. La maglia rosa (per caso) Bruno Armirail (Groupama) capisce l’antifona e decide di salire del suo passo. Vede un altro giorno in rosa, più il riposo. E vede bene.
Qui in carovana annusiamo l’aria ogni giorno e abbiamo una sensazione: Roglic sta sempre meglio. Che interesse ha a prendersi la maglia rosa quando ha davanti il poker Bondone, Val di Zoldo, Tre Cime e Lussari per staccare Thomas? Vedremo. Lunedì si riposa. Col sole. Sperando che almeno un tempo accettabile faccia compagnia al Giro anche durante la settimana. Quella degli esami a settembre.
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