Baronchelli e le Tre Cime: “Saranno decisive, io ne so qualcosa”
“Tista” al Giro 1974 fece soffrire sua maestà Merckx. “Duello Thomas-Roglic che vedo in ripresa. Ma su quelle salite occhio anche ad Almeida”
FORNO DI ZOLDO. Gibì chi vince sulle Cime chi vince?
«Occhio a Thomas e Roglic, giovedì mi è parso in grande ripresa». Se Nibali dieci anni fa è stato l’ultimo protagonista sulla montagna sopra Misurina, “Tista” Baronchelli, 79 anni, al Giro 1974 è stato forse il protagonista più intrigante. Per chi non lo ricordasse dietro Fuentes, che si prese la tappa, lui, gran scalatore e debuttante a 21 anni, mise alle corde un certo Eddy Merckx.
Ricorda quella mattina?
«Ero terzo a 42” da Merckx e Gimondi. Concentratissimo con un corridore esperto come Bitossi che mi aiutava. Certo, loro quella salita la conoscevano, io non l’avevo mai vista. Fuentes era partito dalla mattina, io attaccai Eddy nel tratto duro dopo Misurina. Pensavo iniziasse lì la vera salita, presi vantaggio invece mi ritrovai nel falsopiano con pure il vento contro, poi ripartii ma aveva perso troppe energie. Merckx salvò la maglia per un soffio».
A quei 12” per cui perse il Giro ci pensa?
«Eppure il Giro non mi sfuggì lì, ma tre giorni prima a Monte Generoso: forai nel momento peggiore».
Che Giro è stato a tre tappe dalla fine?
«Equilibrato. E flagellato dal maltempo. L’accorciamento della tappa di Crans Montana? Sto dalla parte dei corridori».
Saronni dice che però sul Gavia...
«Spesso quando si scende dalla sella si dimenticano le fatiche fatte e si vedono le cose diversamente. Preferisco ricordare le tappe dei ragazzi in fuga a soffrire e dare battaglia».
Chi vince il Giro?
«Roglic-Thomas, ma occhio ad Almeida: oggi si decide molto, ma domani c’è pure la cronoscalata».
E gli italiani?
«Caruso a parte, bravo Zana e Milan nelle volate». Servirebbe un Baronchelli.
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