Venezia, ponte verso il futuro e verso il mondo, all’insegna dell’arte e della bellezza
Le grandi Fondazioni, la Biennale, la Mostra del Cinema e gli altri attori della galassia che hanno a che fare con il mondo dell’arte, debbono iniziare a lavorare come un grande network, mettendo a disposizione potenzialità, progetti, persone capaci e strutture
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Quando penso a Venezia, quando mi immergo tra i suoi intrecci di canali, calli, campielli e sestieri, all’ombra di palazzi magnificenti e scorci naturalistici dalla suggestione unica, basiliche e campanili, una cosa mi colpisce sempre e mi sorprende - ogni volta - come fosse la prima volta: i suoi ponti. Ce ne sono oltre 400 a Venezia, di un’infinità di tipologie ed epoche, strutture che con le loro arcate creano connessioni tra luoghi e persone, tra spazi e mondi diversi.
Ecco, quando penso a Venezia, l’immagine del ponte è quella più potente, più ricca di suggestioni e di fascino. Potrei dire che in qualche modo Venezia è i suoi ponti. Lo è dal punto di vista architettonico ma anche da un punto di vista ideale, di prospettiva. Guardando al passato e guardando al futuro, guardando a Occidente e guardando a Oriente, guardando al mondo. Venezia, fin dalla sua fondazione – oltre 1600 anni fa – è stata un ponte che ha messo in connessione l’Adriatico e il Mediterraneo, l’Europa e l’Oriente.
È stata un formidabile acceleratore di traffici commerciali, di scambi culturali, di dialogo tra mondi lontani. Lo è stata nel passato ma credo fermamente possa esserlo, anzi debba esserlo, pure oggi e ancora di più.
Credo con assoluta convinzione che per guardare all’avvenire di questa immensità che è Venezia, occorra rilanciare la vocazione che l’ha resa grande nel mondo per tanti secoli, la vocazione cioè ad avere uno sguardo aperto agli orizzonti più ampi. Arte e cultura sono il patrimonio più prezioso che Venezia possiede e che deve valorizzare in maniera più incisiva di quanto abbia fatto negli ultimi anni, se vuole avere ancora un ruolo di primo piano a livello internazionale e non limitarsi a essere una meta per turisti più o meno frettolosi.
Venezia, ancora oggi, non è strutturata per essere un hub di cultura e arte, per divenire, come in passato fu, un luogo privilegiato di dialogo e scambi nel quale si intersecano e interagiscono mondi diversi. Perché tutto questo si realizzi è necessaria una maggiore apertura al mondo – vera, grande e feconda – ma è imprescindibile prima di ciò un’apertura al suo interno. Apertura intesa come riflessione, dialogo, collaborazione tra i protagonisti della vita culturale.
Le grandi Fondazioni, la Biennale, la Mostra del Cinema e gli altri attori della galassia che hanno a che fare con il mondo dell’arte, debbono iniziare a lavorare come un grande network, mettendo a disposizione le une delle altre non solo idee ma potenzialità, progetti, persone capaci e strutture. Le ricchezze di ognuno debbono essere messe a disposizione degli altri, con acume, progettualità, lungimiranza. Solo un dialogo più incisivo tra tutti potrà far ridiventare la nostra splendida Venezia un ponte che la unisce al mondo e che dal mondo porta a essa nuovo slancio, ricchezza, opportunità, futuro.
Un futuro all’insegna dell’arte e della bellezza. Per ridare slancio a un passato grandioso. Per valorizzarne il potenziale immenso, soprattutto per il bene di Venezia stessa.
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