Dal Ducato al Bitcoin: una nuova frontiera per Venezia
L'adozione delle criptovalute nella riscossione delle imposte potrebbe migliorare l'efficienza e la trasparenza del sistema. Grazie alla tecnologia blockchain, le transazioni sono tracciabili e inviolabili
Nella Scuola di San Giorgio degli Schiavoni a Venezia è custodito uno dei capolavori di Vittore Carpaccio, "La Vocazione di San Matteo". Il dipinto, ambientato probabilmente a Rialto, ritrae il futuro evangelista mentre abbandona il suo banco di cambiavalute per seguire Cristo.
Questa scena ci ricorda di quanto fosse radicato e diffuso il ruolo del cambiavalute nella Venezia del Rinascimento: una città in piena espansione economica, dove l'apertura commerciale andava di pari passo con lo scambio di monete da paesi lontani.
Oggi, a distanza di 500 anni, lo spirito pionieristico e innovativo di Venezia sembra essersi sopito.
A parte alcune iniziative curiose - si pensi all’introduzione dei POS per le donazioni in alcune chiese di Chioggia - l’immagine internazionale della città di Venezia sembra essere relegato a portabandiera del turismo e delle kermesse culturali.
In un momento in cui Venezia ha bisogno di un’identità al di fuori dall’ingombrante business turistico, la soluzione è guardare verso un futuro coerente con la sua storia.
Una proposta coraggiosa potrebbe essere l’adozione del Bitcoin tra i mezzi di pagamento per le tasse di soggiorno e le imposte locali.
Per chi non la conoscesse, Il Bitcoin è una criptovaluta, ossia una moneta digitale decentralizzata, basata sulla tecnologia blockchain, che consente transazioni sicure e tracciabili senza l’intermediazione di banche o governi.
Il sistema sembra aver raggiunto una stabilità tale da essere adottato da diverse aziende, che lo propongono come mezzo di pagamento al pari dei tradizionali circuiti bancari.
Ad esempio, il produttore di auto elettriche Tesla è stata tra le prime ad accettare pagamenti in bitcoin fin dal lontano 2021. Tra le aziende italiane invece spicca Ferrari, che dal 2023 consente l'acquisto delle sue auto sportive tramite criptovaluta.
Quando si parla di governi o pubblica amministrazione, invece, il panorama cambia.
Solo una manciata di paesi, tra cui El Salvador, hanno adottato il Bitcoin come valuta ufficiale per pagare imposte e servizi. Questo piccolo stato latino-americano, sotto la guida del presidente Nayib Bukele, nel 2021 è stato il primo al mondo a compiere questo passo, con l'obiettivo di facilitare l'accesso ai servizi bancari e attrarre investimenti stranieri.
I risultati sono incoraggianti: Il governo Salvadoregno ha ottenuto grande visibilità a livello globale, e attribuisce all'adozione del Bitcoin l'aumento del turismo, cresciuto del 95% negli ultimi 3 anni.
Ma perché proprio il Bitcoin potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per Venezia?
In un'epoca sempre più interconnessa, l’adozione di questa criptovaluta potrebbe segnare una rinascita per l’immagine della città lagunare, riaffermando il suo ruolo di pioniere globale.
Venezia, che per secoli è stata un crocevia di culture e idee, potrebbe cavalcare questa onda tecnologica, consolidando la sua immagine di città innovatrice anche nell’era digitale.
Inoltre, l'adozione del Bitcoin nella riscossione delle imposte potrebbe migliorare l'efficienza e la trasparenza del sistema. Grazie alla tecnologia blockchain, le transazioni sono tracciabili e inviolabili, riducendo il rischio di frodi ed evasione fiscale.
Per i residenti, questo sistema offrirebbe un’alternativa di pagamento moderna, sicura e semplificata.
Venezia, con la sua lunga storia di innovazione, potrebbe essere pronta a guidare questa nuova rivoluzione economica.
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