Bossi non ha votato Lega? Da Re: «Quello di Bossi è un messaggio per il segretario federale»
Continua a far discutere nella Lega l’annuncio di Umberto Bossi che, tramite l’ex segretario lombardo Paolo Grimoldi, ha fatto sapere che il suo voto va a Marco Reguzzoni, candidato indipendente nelle liste di Forza Italia alle Europee.
Domenica si è recato al seggio allestito nell’istituto comprensivo Don Orione, vicino alla sede della Lega, in via Bellerio a Milano. Reguzzoni è stato molto vicino alla famiglia del fondatore della Lega e ha ricoperto il ruolo di capogruppo alla Camera negli ultimi anni della segreteria di Bossi.
È la prima volta che il senatur non vota il partito che ha sostanzialmente fondato 40 anni fa, con la nascita della Lega autonomista lombarda. L’annuncio ha aperto una discussione interna. Questo voto ha certamente un significato politico. Lo sa bene una quota consistente di leghisti veneti, che da anni ormai contrasta la linea della segreteria federale. Tra questi c’è sicuramente Gianantonio Da Re, espulso dal partito dopo aver dato del cretino a Salvini a mezzo stampa. Ora però l’ex segretario regionale è seduto sulla riva del fiume e sta attendendo.
«È chiaro che con questo spostamento all’estrema destra il vecchio capo si è irritato» dice, senza nascondere la sua approvazione per l’uscita di Bossi. «È un segnale a Salvini, bisogna cambiare rotta e strategia. L’elettorato moderato che era rimasto nella Lega e che non vuole votare la Meloni, non può che trovare soddisfazione in un partito di centro come Forza Italia».
Forza Italia che, è bene ricordarlo, in questi ultimi mesi ha creato Forza Nord, un contenitore pensato proprio per dare una casa a tutti i delusi del partito.
Ma l’uscita di un personaggio storico come Umberto Bossi quanto può rappresentare un’indicazione di voto per i militanti?
«Il movimento non si riconosce in figure come Vannacci» continua Da Re. «È chiaro che c’è molto scontento. Penso che quello di Bossi sia più un messaggio rivolto al segretario: o cambi o resti solo. Io lo dico da anni ed è un malessere che sento da tempo nei nostri ritrovi: ristoranti, osterie, pizzerie. Noi siamo l’elettorato vero e non siamo d’accordo su questa linea».
«Bossi ha chiesto a tutti noi di votare per Reguzzoni. E noi siamo d’accordo perché la Lega non sta più facendo la Lega», ha detto Matteo Brigandì, già parlamentare e avvocato della Lega. «L’idea della Lega è stata tradita» prosegue «e non possiamo più far finta di niente». «Un po’ di tempo fa ho detto a Bossi: davvero noi dobbiamo morire fascisti? E lui mi ha detto no, assolutamente no».
Da qui, spiega, la scelta della vecchia guardia del Carroccio di votare per Reguzzoni . «Dopo il voto ci riuniremo tutti e decideremo il da farsi», racconta Brigandì. «Vannacci non piace assolutamente al grande capo e neanche a noi». E se rivolta sarà, certamente i veneti non esiteranno ad aggregarsi. Con un nodo che però resta ancora in sospeso: se rivolta sarà, chi sarà a guidarla?
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia