Marmolada osservata speciale per il caldo: monitoraggio sulla tenuta del ghiacciaio
Termometro in salita, previsti 16 gradi: agli alpinisti la richiesta di restare nei percorsi. Il sindaco di Canazei valuta ordinanze
Sempre più caldo sulla Marmolada e le più alte cime dolomitiche.
Secondo i dati Arpav si sono toccati i 15 gradi ai 3.343 metri del ghiacciaio. Lo zero termico ha segnato un altro record: è salito a quota 5.328 metri. E sale la preoccupazione. Giovanni Bernard, sindaco di Canazei, è appeso al telefono con i competenti uffici della Provincia e della Protezione civile per capire se scattano i presupposti per firmare un’ordinanza che vieti l’accesso alla parte centrale del ghiacciaio.
«Ad oggi», spiega, «la temperatura è sicuramente alta, ma non ancora a rischio. Vedremo nelle prossime ore. Noi siamo pronti. Ma so che a Trento la situazione viene considerata a livello complessivo: per tutti i ghiacciai».
Le foto scattate da scialpinisti ed escursionisti che sono saliti a Punta Penia dimostrano che si è aperta una grande quantità di crepacci, ogni giorno più larghi. E che nelle viscere del ghiacciaio l’effetto ruscellamento fa sentire la sua voce.
STRETTO MONITORAGGIO
La Protezione Civile di Trento ha portato in quota nuova strumentazione per tenere sotto controllo la situazione: misura la quantità d’acqua che viene a formarsi con lo scioglimento causato dalle alte temperature e se ci sono movimenti.
Si tratta di una strumentazione sofisticata, allestita con il contributo di più università e che proprio sulla Marmolada viene sperimentata sul campo. È scrutata in particolare quella parte di ghiacciaio che, sulla sinistra del distacco del 3 luglio 2022, scende progressivamente sotto l’itinerario fuoripista Lydia. Già l’estate scorsa, il dorsale era stato attenzionato.
Siamo in territorio di Trento, anche se in quota vola la funivia veneta della famiglia Vascellari, con stazioni in comune di Rocca Pietore. Da Punta Rocca si fionda, fino a Malga Ciapela, la discesa più lunga d’Europa, di 12 km.
TELONI SUL GHIACCIAIO
Quest’estate sono stati riposizionati, tra l’altro sulla neve fresca appena arrivata, i teloni geotessili che da una decina d’anni vengono utilizzati per proteggere le piste. Sono lunghi 70 metri e larghi 5, con uno spessore di 3,8 millimetri, per un’area di 40 ettari. Vengono rimossi a settembre, prima che inizi a nevicare. Naturalmente c’è l’autorizzazione, da parte della Provincia di Trento.
Già lo scorso giugno il sindaco di Canazei aveva anticipato: «In Marmolada è nevicato nelle settimane scorse, ma non a sufficienza per poter stare tranquilli. Le precipitazioni non hanno compensato la carenza di neve dell’inverno scorso. Anzi, la situazione è peggiore rispetto ad un anno fa.
Le temperature sono state al di sopra della media e dunque non escludo una nuova chiusura della montagna durante l'estate, proprio nel versante coinvolto dalla tragedia del luglio scorso».
MASSIMA ATTENZIONE
Bernard sta dunque attendendo segnalazioni da Trento. Che per il momento sono queste: «Le alte temperature come noto comportano conseguenze anche sotto il profilo della stabilità di ghiacciai e versanti in quota. Per questo la Protezione civile del Trentino raccomanda agli escursionisti la massima attenzione, non avventurandosi per alcun motivo nelle zone interdette o in percorsi non segnalati».
Accanto a questo rischio inoltre – avverte la Protezione civile - rimane quello dei temporali e dei fulmini: le previsioni indicano la persistenza di un’area di alta pressione, tuttavia prima di mettersi in viaggio è consigliabile consultare il bollettino meteo».
SEMPRE PIU’ CALDO
Per oggi, intanto, l’Arpav di Arabba prevede oltre i 3 mila metri minime di 10 gradi e massime intorno ai 16. «In proporzione fa più caldo in montagna che al mare. La quota dello zero termico è oltre i 5.100 metri sull’arco alpino». Si tratta, ha spiegato ieri Massimiliano Fazzini della Società italiana di geologia ambientale, di «valori mai toccati negli ultimi 30 anni. L’anno passato quando si è verificato il crollo della Marmolada la quota era 5070 metri».
Lo studioso conferma, dati alla mano, che tutti i ghiacciai italiani in questo momento sono sottoposti a uno stress termico molto forte che ne provoca una rapidissima fusione.
E ricorda che è impossibile prevedere il comportamento dei ghiacciai «semplicemente perché le temperature di questi giorni non si sono mai toccate». Inoltre, «non c’è solo la possibilità delle masse glaciali, ma anche di quelle rocciose che perdendo il collante determinato dal Permafrost sono più facilmente soggetto a crollo». Il consiglio è «cercare di visitare località come Marmolada, Cervino e Monte Bianco al primo mattino, non nelle ore centrali della giornata».
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