Zaia sul 17 marzo: "Ne prendo atto, ma resto contrario"
Lapidario il commento del governatore sulla decisione di proclamare giornata festiva la ricorrenza dell'Unità d'Italia
VENEZIA. ''Ne prendo atto''. E' lapidario il commento del presidente del Veneto Luca Zaia sulla decisione del Consiglio dei ministri di dichiarare il 17 marzo giornata festiva per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
''Spiace - aggiunge il governatore - che questo 2011 si stia trasformando nell'anno in cui gli unici dibattiti sono relativi a chi festeggia e a chi non lo fa. Noi cittadini vorremmo sentire parlare di lavoro, di soluzioni alla crisi ed evitare che il patto sociale sia limitato al tema dei festeggiamenti''.
Zaia a questo proposito indica quella che per lui sarebbe stata la soluzione ideale: ''si poteva festeggiare - sottolinea - dedicando tutte le risorse impiegate per questo avvenimento per creare migliaia di posti di lavoro, magari per giovani precari''. ''Ero contrario ai festeggiamenti - prosegue il presidente del Veneto - non per un motivo ideologico ma per opportunità: questa festa arriva in una settimana lavorativa in tempo di crisi''.
''Perché allora - si chiede Zaia - non agire come fecero il 12 ottobre 1976 Andreotti e il suo rivale di minoranza Berlinguer, che decisero per la crisi in corso di non celebrare l'anno successivo la festa del 2 giugno ?. Non mi sembra valga la pena di questi tempi formulare per questa festa il 17 marzo interpretazioni trionfalistiche''.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video