Zaia: "Indifferibile l'exit strategy in Afghanistan"
Il governatore dopo la morte dell'alpino veneto Matteo Miotto
Matteo Miotto
VENEZIA. Sulla presenza italiana in Afghanistan, Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, non ha dubbi: è ''indifferibile una exit strategy''.
''Da quando sono presidente del Veneto - dice Zaia - si sono già contati cinque militari uccisi in Afghanistan provenienti dalla caserme della nostra regione. Matteo era poi veneto proveniente da una provincia alpina''.
''In un solo anno ci sono stati 13 morti italiani in quella regione del mondo - ricorda - 35 dall'inizio della missione''. Dati alla mano, per Zaia ''questa missione di pace sta sempre più assumendo i connotati in un'inutile strage''.
''Auspico con autorevoli esponenti del governo - prosegue Zaia - che quanto prima si possa delineare, nel rispetto degli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese, quell'ormai indifferibile exit strategy che riporti a casa i nostri soldati''. ''Non possiamo più restare inermi - conclude il governatore - nel constatare come quella che era nata come missione di pace si sia trasformata in un tragico bollettino di guerra''.
In Afghanistan è rimasto vittima il caporal maggiore Matteo Miotto, in forza al settimo reggimento alpini di Belluno ed è stato ucciso mentre era in servizio all'interno della base avanzata "Snow" nella valle del Gulistan. Matteo Miotto aveva 24 anni, abitava a Thiene, nel Vicentino, e si trovava in Afghanistan da luglio.
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