Zaccariotto presenta il suo programma. Zoggia a Galan: «No alle ingerenze»
Primo consiglio provinciale fra enunciazioni di principio e scambi di battute "al veleno"
Francesca Zaccariotto
Primo consiglio provinciale accompagnato da uno scambio di battute al veleno, tra il presidente della Regione Giancarlo Galan - con frecciata per altro diretta anche alla presidente Zaccariotto - e l'ex presidente della Provincia Davide Zoggia. Facendo gli auguri alla neopresidente, Galan ha sottolineato come il passaggio di consegne «è l’emblema dello straordinario successo che la coalizione di centrodestra ha avuto nel Veneto», aggiungendo però: «Auguro a Francesca Zaccariotto di continuare a lavorare come a San Donà, e cioè bene, rispettando la coalizione e i rapporti che ci sono al suo interno». Chiaro riferimento alla querelle con l'Udc, alla quale erano stati promessi due assessorati, poi ridotti poi a uno - per ora sdegnosamente rifiutato - tanto che il segretario Cesa ha già minacciato il «liberi tutti» alle regionali. «Credo che Galan farebbe bene a occuparsi della Regione», ha risposto Zoggia, «tutti si devono occupare delle proprie competenze istituzionali e non ci devono essere ingerenze». «Una cosa è discutere della politica, un'altra dell'amministrare», si è limitata a replicare la neo presidente.
Ma in Consiglio è stato anche il giorno delle enunciazioni programmatiche. Una sublagunare che unisca Venezia al Lido e, da qui, raggiunga i lidi del nord e del sud, da Chioggia a Bibione: questa la «priorità amministrativa» più forte annunciata ieri dalla presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, nel suo intervento di investitura. Per il resto, è un susseguirsi di buoni intenti - dal rapporto scuola/impresa per stimolare l'introduzione nel mondo del lavoro all’annuncio della candidatura di Venezia all’European Green Capital, da più strade e meno traffico a Provincia cerniera tra credito e impresa, soprattutto femminile - come ci si può attendere da un intervento sulle linee di indirizzo quinquennali.
Due i passaggi politici, su chimica e immigrazione.
«Su Porto Marghera, questa Provincia prende atto che un certa attività chimica è finita e altre se ne aprono nel campo della logistica, della chimica a basso impatto, della ricerca, dell’idrogeno», dice Zaccariotto, «si sono sprecati anni su bonifiche assolutamente paralizzate da un ambientalismo massimalista che imponeva interventi senza riferimento alla destinazione dei suoli». Quanto all'immigrazione - dice Zaccariotto - «in tempi di crisi, è necessario che la concessione di nuovi ingressi sia legata solo all'aumento di tassi occupazionali e all’adozione del Patto di accoglienza regionale».
«Vorremmo conoscere le posizioni della maggioranza - che sappiamo divisa su questi temi - sulla realizzazione o meno della camionabile», replica l'ex presidente Zoggia, «se vuole la Romea commerciale lungo la Riviera del Bretnta o, come proposto da noi, sulle tangenziali di Padova. Sapere cosa ne pensate di Veneto City e Tessera City».
Rifondazione chiede parole chiare sulla crisi del mercato del lavoro. Piero Fontana (Pdl) - decano dei consiglieri - plaude a «un'analisi esaustiva della presidente, soprattutto per quanto riguarda il controllo di gestione, già di eccellenza». Polemizza, ma poi apre, il consigliere provinciale Udc, che ha preso il posto del dimissionario Ugo Bergamo. «E' accaduto qualcosa di particolarmente grave», dice Giuseppe Casson, «si è venuti meno, nei riguardi dell'Udc, ad impegni sottoscritti, per soddisfare gli appetiti dei partiti più forti della maggioranza». Dunque, l'Udc non entrerà in giunta? Casson non lo dice, ma nega accordi con la sinistra: «Per coerenza». L'attacco arriva da Gennaro Marotta, Idv, per «la netta incompatibilità etica della presidente-sindaco e il suo governo part-time, in viaggio tra Provincia e Comune di San Donà». «Normale dialettica politica», liquida lei.
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