Wizz Air inaugura nuovi voli da Venezia per Yerevan, Jeddah, Riad

Il presidente della compagnia aerea Robert Carey: “No alla tassa di imbarco, avrebbe impatto negativo sui periodi di bassa stagione” 

Un jet della Wizz Air sulla pista del Marco Polo di Venezia
Un jet della Wizz Air sulla pista del Marco Polo di Venezia

È stato inaugurato ufficialmente il collegamento di Wizz Air tra l’aeroporto Marco Polo di Venezia e Yerevan, in Armenia. Il primo volo è decollato lo scorso 12 gennaio, ma la compagnia oggi, venerdì 24 marzo, è arrivata a Venezia per annunciare le prossime novità.

Il 28 avrà il via la tratta Tessera – Jeddah, con due voli settimanali, di martedì e sabato. Il 20 aprile verrà avviato anche il collegamento con Riyadh, di giovedì e sabato.
L’attenzione della compagnia è tutta per l’ambiente, “investiamo costantemente nelle nuove tecnologie per cercare di ridurre il più possibile le emissioni di C02” spiega il presidente della compagnia Robert Carey. Nel 2022 Wizz è stata definita da CAPA (Centro per l’Aviazione) come la compagnia aerea più sostenibile. Come ci sono riusciti? Mettendo in atto qualche piccolo accorgimento. Primo fra tutti, non viaggiare con l’aereo mezzo vuoto, cercare quindi di occupare il maggior numero di posti possibile. In secondo luogo, non avere classi business e fare solo voli diretti. “Nessuna delle nostre destinazioni ha un collegamento ferroviario diretto sotto le quattro ore”.
Sulla tassa di imbarco – congelata fino al 24 maggio, quando il Tar si esprimerà con un’udienza di merito sullo scontro tra il Comune e Save – Carey è perentorio “Non credo che vada bene, perché ha un impatto negativo sui periodi di bassa stagione. L’aeroporto di Venezia è fortemente stagionale – tendenza che stiamo cercando di contrastare incentivando i voli in inverno -, la tassa penalizzerebbe non tanto l’estate quanto gli altri momenti dell’anno, questo potrebbe portare ad una riduzione dei collegamenti nei periodi più tranquilli e questo si rifletterebbe in un ulteriore stress della macchina turistica”. Carey usa una metafora sufficientemente calzante per spiegare l’effetto che l’applicazione dei 2,50 euro ai biglietti aerei potrebbe avere: “Se si mette una tassa sulle sigarette, le persone smettono di fumare. È lo stesso se si tratta dei voli”.
Rispetto alla diffusione di imposte del genere, Carey spiega che situazioni simili – anche se non paragonabili – ci sono nel Regno Unito e in Ungheria. Nel primo caso si tratta di una tassa sui voli fatta appositamente per ridurre il flusso, nel secondo si guarda invece all’impatto ambientale e ha lo scopo di disincentivare quei collegamenti che comportano un’emissione importante di CO2. Entrambe situazioni lontane da quella veneziana.

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