Visitata due volte, muore dopo il coma
Un nuovo sospetto caso di "malasanità" all'ospedale dell'Angelo di Mestre. E' morta infatti una donna di 69 anni ricoverata una settimana fa in Rianimazione per un'emorragia cerebrale. La famiglia ha presentato un esposto alla Procura: alla prima visita infatti non era stata giudicata a rischio. l'Asl 12 ha messo la salma a disposizione della magistratura
L'ospedale dell'Angelo a Mestre
MESTRE. Non ce l'ha fatta la donna di 69 anni ricoverata in Rianimazione una settimana fa a causa di un'emorragia cerebrale. Dopo alcuni giorni di coma è morta nella notte tra sabato e domenica all'ospedale dell'Angelo. La famiglia vuole vederci chiaro e ha presentato un esposto alla Procura; l'Asl 12 ha messo la salma a disposizione della magistratura.
La paziente lunedì 27 settembre si era presentata al Pronto soccorso dell'ospedale dell'Angelo, accompagnata da un famigliare, con la caviglia gonfia e dolorante per una sospetta trombosi. La sua condizionedi salute non era stata giudicata particolarmente a rischio. Dopo un'attesa di più di tre ore era stata visitata da un angiologo.
A un primo esame della gamba lo specialista non aveva ravvisato segnali evidenti di una Tvp, una trombosi venosa profonda, ovvero l'ostruzione di una vena profonda da parte di un coagulo di sangue. Alla donna era stata somministrata una fiala contenente un farmaco che abbassa la coagulazione e fluidifica il sangue, con l'invito a ripresentarsi il giorno successivo per essere sottoposta a un ecocolordoppler, esame strumentale atto a confermare o meno l'eventuale occlusione della vena.
La donna, però, non solo non si è mai sottoposta a quell'esame, ma quel pomeriggio non è nemmeno riuscita a tornare a casa. Mentre si trovava all'interno di una sanitaria, dove doveva acquistare una fascia elastica, si era sentita male. Aveva avvertito un fortissimo dolore alla testa e richiesto l'intervento di un'ambulanza del Suem 118. Era stata accompagnata al Pronto soccorso dell'ospedale dell'Angelo e visitata. A quel punto la precipitazione degli eventi. Le sue condizioni appaiono subito preoccupanti: sulla base dei primi esami effettuati i sanitari ipotizzano un'emorragia cerebrale. La donna viene ricoverata in Rianimazione. E qui resta, lottando contro la morte, in stato di coma, per quasi una settimana. Verrà assistita amorevolmente dai famigliari, fino a sabato notte, quando il suo cuore cessa di battere.
I famigliari - marito e tre figli - non hanno mai voluto dire nulla. Si sono trincerati dietro un comprensibile silenzio, concentrati e preoccupati soltanto di assistere la propria cara. E, poi, di capire. Capire se ci possono essere delle relazioni tra la sospetta trombosi e l'emorragia. Se quello che è successo fosse soltanto una coincidenza, sfortuna. O se, piuttosto, ci possano essere delle relazioni tra la procedura seguita per l'assistenza, il farmaco somministrato e prima il ricovero in Rianimazione, quindi il coma e la morte.
Risposte che la famiglia sollecita alla magistratura. E' stato infatti presentato un esposto alla Procura. Una richiesta formale di chiarezza sul caso, la legittima aspettativa di avere da un perito nominato dal tribunale le attese spiegazioni sulle cause della morte.
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