Venezia, sparano a bruciapelo al cane. "Avvertimento di malviventi"
L'episodio sabato pomeriggio a Cà Noghera. L'animale, in fin di vita, è della famiglia Beraldo, titolare dell’omonimo cantiere nautico, dove a gennaio ci fu un incendio doloso. Il proprietario: "Ho messo tutto in mano agli avvocati"

Asor
VENEZIA Gli hanno sparato da vicino con un fucile da caccia, forse direttamente in bocca. Asor è un meticcio, un dolcissimo bastardino di 5 anni affezionato ai padroni, la famiglia Beraldo, titolare dell’omonimo cantiere nautico di Cà Noghera, in via Vallesina. Sabato pomeriggio sul tardi il custode del cantiere ha fatto scattare l’allarme.
E ha chiamato Mirco Beraldo, figlio del titolare, per avvertirlo che il piccolo Asor perdeva molto sangue, che lo aveva trovato ferito vicino all’abitazione mentre si trascinava alla ricerca di un volto amico. Adesso è in coma, imbottito di morfina e antidolorifici. E’ stato operato d’urgenza, ma non è detto che ce la faccia. «Mi ha chiamato il custode - spiega Mirco Beraldo - non ero ero in azienda e sono corso subito, all’inizio pensavamo fosse stato aggredito da qualche animale, non certo che gli avessero sparato. Poi durante l’operazione è stato trovato invece il bozzolo con la cartuccia. Un atto crudele, che voglio rendere pubblico, anche se non escludiamo si tratti di un avvertimento da parte di qualche malvivente». Beraldo si è recato alla Questura di Venezia e pure al comando dei carabinieri di Favaro.
«Ho messo tutto nelle mani del nostro avvocato, sto cercando di capire con gli agenti che tipo di denuncia sia meglio fare oltre a quella alla Protezione animali, nel frattempo il veterinario che lo ha in cura stenderà una dettagliata relazione con tanto di foto, del maltrattamento subito». Prosegue: «La stagione della caccia si è chiusa da due mesi. In ogni caso si è trattato di qualcuno che gli ha sparato da vicino, probabilmente direttamente nel volto e in bocca, per fargli male volontariamente». Chiarisce: «Sono stato già minacciato, le forze dell’ordine sostengono che possa essere un avvertimento di qualche malintenzionato».
A gennaio all’interno de cantiere nautico di Giuseppe Beraldo erano andate a fuoco quattro grosse imbarcazioni di lusso, per centinaia di migliaia di euro di danni. «Non abbiamo mai trovato un innesco o nulla che facesse pensare ad un atto doloso, ma il sospetto ci è sempre rimasto».
Argomenti:animali
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