Venezia, sorpasso delle donne medico

Dal 2001 iscritte all’Ordine più femmine che maschi. Caterina Boscolo: "Una su due si specializza e riusciamo a conciliare lavoro e famiglia. Ma questa professione perde appeal economico"
VENEZIA Più che camici bianchi, se il trend continua così, nei prossimi anni bisognerà chiamarli «camici rosa». Nell’ultimo decennio, infatti, all’Ordine dei medici di Venezia si è registrato il sorpasso delle donne medico nuove iscritte sui colleghi maschi. Dal primo gennaio 2001 al 31 dicembre 2009, infatti, si sono iscritte 296 donne contro 266 uomini. Certo, il numero complessivo è ancora largamente a favore dei maschi (2.752 contro 1.163). «La tendenza, però, è chiara» spiega Caterina Boscolo, laureata nel 1982, primo segretario-donna dell’Ordine veneziano. Una prima spiegazione, per la dottoressa Boscolo, è il fatto che «essendo più riflessive sono quelle che superano più facilmente i test d’ingresso. E durante l’università sono le studentesse migliori». Non è un caso che il 52 per cento consegua, dopo la laurea, anche una specializzazione (le branche preferite sono Pediatria, Ostetricia e ginecologia, Odontostomatologia).


E la propensione all’impegno continua anche sul posto di lavoro. «Si buttano a capofitto, non dicono mai di no, dimostrano in genere una maggior disponibilità anche quando si tratta di prendere su di sè delle incombenze ulteriori». Certo chi ha una famiglia in qualche modo viene penalizzata. Secondo una recente indagine condotta a livello nazionale il 44,4 per cento delle under 35 non è sposata. Il 73,6 per cento ha un solo figlio, il 45 per cento due figli. Segno che, comunque, anche a costo di maggiori difficoltà da affrontare, alla famiglia non si rinuncia. E c’è chi, autentica mosca bianca, va oltre. Spendendosi anche, per esempio, sul fronte sindacale o istituzionale. «Qui all’Ordine dei medici veneziano siamo in due, io e la collega Manuela Piai, coordinatrice del Gruppo Pari Opportunità - spiega la dottoressa Boscolo - Strada da fare ce n’è ancora parecchia». Il motivo è facilmente intuibile. «E’ ovvio che non tutte sono disposte a spendersi su posizioni e incarichi gravosi da aggiungere a tutto quello di cui abbiamo parlato prima - osserva Boscolo - Si toglie tempo alla famiglia e solo con un marito e dei figli estremamente comprensivi si può fare».


Infine un’altra possibile spiegazione al boom delle iscritte e laureate a Medicina. «La professione medica ormai sta perdendo appeal economico rispetto agli anni passati - conclude la dottoressa Boscolo - Ecco che gli uomini si indirizzano altrove, verso lidi pià remunerativi».
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