Venezia la città dei bambini

Cinquanta piccoli bielorussi ospiti delle remiere. Gita in caorlina da S. Alvise a Rialto fino a S. Marco
Una cinquantina di bambini e adolescenti, biondi e con gli occhi azzurri, bellissimi, che salgono su caorline variopinte a S. Alvise, arrivano fino a Rialto, Bacino S. Marco e poi tornano indietro. Una gita di un'ora e mezza di uno splendido sabato di inizio luglio. Nulla di strano, se non fosse che i 50 sono tutti bielorussi, ospiti per un mese o due di famiglie delle province di Venezia e Treviso, arrivati in Italia pochi giorni fa per disintossicarsi dalle sostanze radioattive che in quella zona del Sudest della Russia Bianca sono ancora presenti, nell'aria e nel terreno dove si coltiva frutta e verdura. Non sono malati, le loro vacanze italiane, a rischio dopo il controverso caso della bimba di Cogoleto, sono un mezzo per prevenire danni più gravi e per questo il loro grazie va all'Associazione Help for Children, il cui coordinatore per Venezia e Mestre è Piero De Grandis, che ogni anno accoglie più di 700 bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni, per fargli vivere una vacanza serena, lontano da famiglie spesso degradate o dagli orfanotrofi, dove molti di loro passano la loro infanzia.


Un mondo diverso dal nostro, sotto uno degli ultimi regimi comunisti che a 18 anni non permetterà più loro di lasciare il Paese. E ieri una giornata di festa, ospiti delle associazioni remiere che dopo il giro in barca hanno offerto un rinfresco al parco Groggia, tra pizzette, salatini e dolcetti. Bambini felici, temerari, che sono saliti di buon grado sulle caorline pur non avendo, molti di loro, mai visto il mare. La Bielorussia infatti è un Paese pianeggiante, ha solo fiumi e la montagna più alta è una collinetta di 300 metri. Per questo il 16 e 17 luglio Piero De Grandis, adorabile persona, li porterà, grazie alla collaborazione con il Cai di Mestre, due giorni in montagna, al rifugio Galassi sul gruppo dell'Antelao, a S. Vito di Cadore, dove faranno anche prove di arrampicata in sicurezza. Bambini che torneranno in patria sapendo parlare benissimo l'italiano, che porteranno nei loro cuori un sorriso in più regalato dalle famiglie venete, un gesto affettuoso che li accompagnerà per tutta la vita, e nei loro occhi conoscenze che lì mai avrebbero potuto scoprire e tutto questo di sicuro li aiuterà a vivere meglio.
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