Venezia, in piazza San Marco gli acquerelli sono "made in China"
Dopo i vetri prodotti in estremo oriente e spacciati per originali di Murano, un altro caso di contraffazione: anche gli acquerelli venduti ai turisti nelle tante bancarelle di Venezia sono fatti in Cina. Costano anche 5 o 10 euro e non sono per niente "fatti a mano". A scoprirlo un turista milanese che ha scritto alla "Nuova"

Acquerelli a Venezia
VENEZIA
. «Fatto a mano». Ma per esserne sicuri converrebbe usare una lente di ingrandimento per controllare. Nella piccola Montmartre di Piazza San Marco - dai Giardinetti Reali a Riva Sette Martiri, fino in Strada Nuova - le bancarelle dei pittori vendono grandi quantità di acquerelli che costano dieci euro, trattabili, e sono di piccole dimensioni. In assenza di lente, bastano due occhi buoni per capire che le gondole, i canali e i palazzi dipinti sono fatti in serie.
Quelli autentici costano di più, dai venti euro in su, ma vanno di meno. La differenza, tuttavia, è lampante: in quelli da pochi euro il disegno sembra stampato a computer, o addirittura fotocopiato e colorato con quattro colpi di pennello.
Alcuni intenditori se ne stanno accorgendo e temono, con delusione, che il fenomeno made in China, dai vetri, si stia estendendo anche ai pittori di San Marco, i quali hanno sempre goduto di buona fama. Matteo Bocconi, turista milanese appassionato d'arte, lo scrive in una lettera alla Nuova Venezia: «Negli anni, ho acquistato diversi pezzi da questi artisti e di fattura tutt'altro che banale. Ma da un po' di tempo, anche in questo settore significativo nell'immaginario veneziano, è esploso il fenomeno made in China. Dopo i vetri, dunque, non si sono salvati nemmeno i pittori di Piazza Marco, trasformati in banali e grotteschi rivenditori di mercanzia cinese», aggiunge.
Fra i pittori e i rivenditori di quadri c'è chi conferma: «E' vero: qualcuno vende acquerelli, ma anche olii su tela e incisioni cinesi - dice uno di loro - spesso questa mercanzia è mescolata e confusa fra i pezzi originali. Ma va fatta una riflessione: gli artigiani lo fanno per sopravvivere. Il livello culturale del turista medio, oggi, è bassissimo - continua - La gente compra souvenir purché siano a basso prezzo e i pittori acquistano dai cinesi per soddisfare la domanda». Un collega aggiunge: «Io vendevo i miei quadri a 200 euro, ma il mio vicino ha messo i suoi a 100. Mi sono adeguato al prezzo perché da me non compravano più».
Nessuno dice esplicitamente se la provenienza sia made in China ma, facendo un po' di domande, uno di loro conferma che gli acquerelli da 10 euro, a volte anche da 5, sono fatti in serie: «Sì, questi sono solo stampati e colorati sopra», dice. Il problema, però, è che su entrambe le tipologie di acquerelli in vendita, quelli in serie e quelli d'autore, campeggia la scritta hand made, «fatto a mano». Gli olii su tela 50x70 costano attorno ai 100 euro in quasi tutte le bancarelle ma, trattando un po', si può portare a casa un pezzo anche con 70 euro. «Con questi soldi, un pittore non copre nemmeno le spese della tela e dei colori. Un olio d'autore di quella dimensione dovrebbe costare attorno ai 500 euro». Lo dice l'antiquario Sebastiano Scarpa che, dopo 18 mesi di attività in una bottega sotto le Procuratie Nuove, è costretto a chiudere perché non ha venduto nulla. Aveva anche dipinti autentici di Tintoretto, Tiziano e Tiepolo. «In questi mesi i turisti mi hanno chiesto solo copie di quadri famosi o stampe su tela. Facile capire perché: il made in China, a Venezia, sta dilagando nell'arte e nell'antiquariato. Dalle parti di via XXII Marzo, dove 30 anni fa c'erano 18 antiquari, ora ci sono negozi che vendono finte armature, finti arazzi, finti dipinti, copie di ogni cosa made in China per un pugno di euro, addirittura stampe fotografiche su tela - incalza - E spesso, di questi oggetti, non è nemmeno indicata la provenienza, cosa che va contro la legge. Il problema è che la gente le vuole e le compra - conclude Scarpa - E non mi meraviglia che ci sia chi si adegua».
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