Venezia, gli affreschi di Tiepolo bucati come un gruviera

Un centinaio di buchi sul ciclo nel Salone di Palazzo Labia, sede storica della Rai a Venezia. Servono per il consolidamento statico dell'edificio. Ma Vittorio Sgarbi, soprintendente ai musei, si inalbera: "Intervento esagerato, chiederò una relazione al restauratore"
Gli affreschi del Tiepolo a Palazzo Labia
Gli affreschi del Tiepolo a Palazzo Labia
VENEZIA. Gli affreschi di Tiepolo nel Salone da Ballo di Palazzo Labia trattati come una forma di gruviera, ripetutamente "bucati" per praticare iniezioni di consolidamento statico. E' già un caso il restauro del prestigioso ciclo, di cui si sta occupando il soprintendente Vittorio Sgarbi.


«Ho visto i "buchi" rivedendo di recente il ciclo di affreschi del Tiepolo - commenta Sgarbi - e non mi capacito di come sia stato possibile un intervento di questo tipo per dei"carotaggi" per accertare la solidità della superficie pittorica. Ho già mandato il mio restauratore per seguire la situazione e vedere come è possibile intervenire, avendo richiesto anche alla Soprintendenza aui Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia tutta la documentazione sull'intervento. Su di esso rivendico anche la competenza della mia Soprintendenza, perché non può essere quella ai monumenti a occuparsi del restauro degli affreschi del Tiepolo, sganciato tra l'altro da quello dell'intero palazzo. Attendo di capire come siano andate le cose, ma qualcuno deve avere autorizzato questi carotaggi e si è evidentemente esagerato, visto che i"buchi" sono oltre un centinaio e di dimensioni non certo ridotte».


E' infatti la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia ad aver seguito fino ad oggi l'intervento sul ciclo tiepolesco nel palazzo settecentesco che è anche la sede della Rai del Veneto. L'intervento è stato nel frattempo sospeso e rimosse le cannule che erano state apposte all'interno dei buchi, proprio per immettere le resine consolidanti all'interno degli affreschi. Normalmente, per interventi di questo tipo, si sfruttano le piccole crepe o le fessurazioni che il tempo ha prodotto sulla superficie pittorica, ma in questo caso - come documentano anche le immagini che pubblichiamo - sono stati praticati una vwera e propria serie di fori, di cospicue dimensioni, che deturpano inequivocabilmente l'affresco del Salone da Vallo che Giambattista Tiepolo dedicò alle Storie di antonio e Cleopatra e in particolare quello celeberrimo dell'Incontro tra Antonio e Cleopatra.


Il prossimo restauro e il consolidamento degli straordinari affreschi del ciclo tiepolesco del Salone delle Feste di Palazzo Labia, si impone per il rischio di un progressivo distacco, a oltre quarant'anni dall'ultimo intervento. La Soprintendenza da anni ne monitora le condizioni. I lavori - dopo le ultime indagini conoscitive - dovrebbero durare circa due anni. Ma dopo di essi il prezioso Salone del Tiepolo non potrà più essere usato in modo intensivo. Fu nel 1730 che la famiglia dei Labia incaricò Giambattista Tiepolo di decorare le pareti del Salone delle Feste.


La Sala - partendo dal soffitto - deve essere sottoposta a restauro, ma la parte maggiormente a richio di distacco degli affreschi è quella relativa al Banchetto tiepolesco, scompaginata più volte a causa di vari restauri. Ora, però, negli ultimi anni, il distacco e le fessurazioni si sono accentuate, anche a causa di un uso intensivo del Salone delle Feste e l'intervento di recupero si presenta tutt'altro che agevole. Era stato sospeso circa due anni fa, quando la Rai sembrava stesse per vendere Palazzo Labia, volendo dunque affidare al nuovo compratore l'onere del finanziamento del restauro del ciclo tiepolesco. Poi però l'asta bandita dall'azienda televisiva di Stato per la vendita non era andata a buon fine e ora appunto si stava riprendendo in esame l'intervento, dopo la sospensione. Fino al nuovo stop ora imposto anche dalla richiesta di approfondimenti da parte di Sgarbi, dopo aver preso visione della miriade di "buchi" per il consolidamento. «Aspetto la relazione del restauratore», conclude Sgarbi.

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