Fondaco dei Tedeschi, trattativa congelata: ipotesi cassa integrazione

A gennaio Dfs dovrebbe arrivare al tavolo con una proposta per la buonuscita per i lavoratori di Venezia. La Cisl: «Potremmo pensare al ricollocamento se ci fossero perone interessate»

Maria Ducoli
Una veduta del Fondaco dei Tedeschi
Una veduta del Fondaco dei Tedeschi

Trattativa bloccata fino a dopo le festività: i 120 giorni in cui gli oltre 200 dipendenti del Fondaco dei Tedeschi potranno ricevere le lettere di licenziamento slittano più in là.

La decisione è arrivata dopo una trattativa proseguita a oltranza tra il gruppo Dfs e le sigle sindacali, riunite martedì 17 dicembre nella sede di Confcommercio a Mestre.

Dopo un primo tavolo tecnico convocato dalla Regione, dall’incontro di ci si aspettava che emergessero chiarimenti e risultati concreti rispetto agli incentivi per i lavoratori.

Invece, dopo una riunione durata oltre tre ore, le sigle sindacali fanno sapere di aver chiesto la sospensiva «perché ci sono delle trattative ancora in atto e stavamo andando troppo a ridosso delle feste» fa chiarezza Caterina Boato, segretaria generale della Filcams Cgil.

Così, il prossimo tavolo è convocato il 10 gennaio, a festività concluse, e in quella sede si dovrebbe arrivare a delle risposte concrete per i dipendenti.

La società, infatti, ieri ha dichiarato di star facendo delle verifiche rispetto alla buonuscita, «i fondi ci sarebbero, stando a quanto hanno detto, ma vogliamo una proposta dignitosa per i lavoratori e le loro famiglie» hanno aggiunto i sindacati, compatti fin dall’inizio della vicenda del Fondaco.

Dopo l’incontro, è nata anche l’ipotesi di una cassa integrazione, finora mai sollevata né dal gruppo Dfs né dalle sigle sindacali.

«C’è anche questa possibilità» conferma Boato, «per ora è ancora al vaglio, sicuramente ne capiremo di più dopo il prossimo incontro di gennaio».

Intanto, giovedì i sindacalisti saranno in assemblea con i lavoratori, al cinema Giorgione, a cui spiegheranno ciò che è emerso dalla riunione e, soprattutto, cercheranno di capire insieme quale strada intraprendere.

«Bisogna tastare il terreno, ci saranno delle aspettative alte da parte dei lavoratori, giustamente» aggiunge Boato.

Tra i tanti punti di domanda, anche il futuro dell’immobile: rappresentata la scorsa settimana dalla società Dekus, specializzata nella gestione di beni immobiliari, la proprietà dell’immobile ha fatto sapere che è suo interesse «primario trovare, nei tempi che saranno necessari, una soluzione di mercato, rispetto alla situazione che si è venuta a determinare».

L’ipotesi di un futuro diverso per l’edificio, spiega Silvia Salvati (Cisl Fisascat) potrebbe cambiare le carte sul tavolo: «Se ci fossero soggetti interessati, allora si potrebbe arrivare a pensare ad un ricollocamento dei lavoratori. Per ora siamo in una fase preliminare, dobbiamo aspettare i prossimi incontri» conclude.

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