Venezia, Brunetta già fuori dal Consiglio
Il ministro si è dimesso, al suo posto il leghista Giusto. «Rifarò da Roma la Legge speciale» spiega. Nella capitale si vede spesso Mingardi. Michele Zuin sarà il capogruppo Pdl
Il ministro Brunetta
VENEZIA.
Il ministro Renato Brunetta si è dimesso dal Consiglio comunale. Lunedì, alla prima seduta del Consiglio e all’insediamento della giunta, il ministro del Pdl che ha perso la corsa con Giorgio Orsoni non ci sarà.
Lui da Roma si sta occupando di Posta elettronica certificata e di incentivi a Internet. Di Venezia, ha confidato ai suoi collaboratori, non ne vuole più sapere, almeno dal punto di vista della politica locale. «La nuova giunta? Non so, non li conosco. Sinceri auguri di buon lavoro», commenta. Alla seduta inaugurale di lunedì non ci sarà. Si è dimesso, lasciando il posto - per via dei resti - al primo dei non eletti della Lega, l’artigiano Giovanni Giusto, presidente del coordinamento delle remiere. Ironia della sorte, proprio alla forza politica che aveva accusato di non averlo sostenuto alle elezioni di marzo.
Brunetta lascia Venezia? «Rifarò la Legge Speciale, questo sarà il mio contributo per Venezia», dice Brunetta. E annuncia che rispetterà gli impegni presi con il governo durante la campagna elettorale. Anche quello di dare un lavoro all’ex assessore di Cacciari Enrico Mingardi, passato con lui all’inizio della campagna elettorale.
Mingardi da qualche giorno lavora già a Roma, insieme a Brunetta. Il ministro glissa. «Ho detto che rifarò la Legge Speciale», ripete, «del resto non parlo». Mingardi glissa: «Faccio il consulente per aziende private sulla logistica». Incarichi che potranno riguardare l’attività del Porto, ma anche la sublagunare e la stessa Legge Speciale per Venezia.
Intanto il Comune dovrà fare a meno di brunetta. Il ministro non ha nemmeno partecipato alla prima riunione del gruppo, l’altra sera, limitandosi a mandare un messaggio di sostegno a Michele Zuin, suo factotum in campagna elettorale che il Pdl ha votato (all’unanimità) come capogruppo. Renato Boraso, il più votato con oltre 1700 preferenze, si è fatto da parte preferendo tenersi le «mani libere». «Con questa giunta ne vedremo delle belle», dice. I consiglieri del Pdl saranno in tutto 10, secondo gruppo dopo il Pd (17). Il terzo gruppo più numeroso con l’ingresso di Giusto diventa la Lega, con cinque consiglieri, davanti a Italia dei Valori (4).
Nelle prossime ore si votano anche i capigruppo e si fanno i giochi per la presidenza del Consiglio, In pista due consiglieri del Pd, il bersaniano Claudio Borghello (corrente Fincato) e il franceschiniano Giorgio Reato. Sullo sfondo anche Roberto Turetta (consigliere più votato), mentre Jacopo Molina potrebbe diventare capogruppo. Giochi che riguarderanno anche la presidenza delle commissioni. Intanto la giunta si riunirà domani per mettere a punto il programma. La maggioranza per Orsoni è larga, 29 consiglieri (17 Pd, 4 Idv, 2 Psi, 2 In Comune, 2 Udc, 1 Rc-Pdci) contro i 18 dell’opposizione (10 Pdl, 5 Lega, 2 Lista Brunetta, 1 Grillo).
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