Venezia, appartamento trasformato in hotel. Arriva maxi-sanzione da 400 mila euro
In attesa di decidere nel merito, il Tar dimezza la multa: "La crisi ha colpito anche il turismo"
VENEZIA. Aver annesso un appartamento all’albergo - trasformandolo da residenza a nuove stanze per i clienti, senza chiedere al Comune l’obbligario cambio di destinazione d’uso - è costata all’hotel Santa Marina una maxi sanzione da 400 mila euro, tra oneri dovuti e multa vera e propria.
Un provvedimento immediatamente esecutivo dell’amministrazione comunale che i titolari hanno impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale e che i giudici hanno - in sede di sospensiva e, dunque, in attesa della decisione di merito - dimezzato, con una motivazione del tutto particolare: la crisi economica, che incombe anche sul turismo.
«Considerato che l’esborso delle somme di cui è causa, per la loro entità», si legge infatti nell’ordinanza di sospensione, redatta dai giudici della II sezione del Tar Veneto, «verosimilmente costituisce un peso anche per una società che si dice solida, alla luce - altresì - della crisi odierna dell’economia, che colpisce anche il settore del turismo», «appare opportuno disporre la sospensione dell’esecutività del provvedimento impugnato, entro il limite del 50% della somma pretesa», in attesa della pronuncia di merito.
Nessun dubbio - di fatto - che la sanzione sia dovuta, per una delle pratiche più comuni in città: sottrarre patrimonio a destinazione residenziale e trasformarlo in bene turistico con il quale far reddito, senza autorizzazione alcuna al cambio d’uso e - qualora possibile - senza il relativo pagamento degli oneri collegati alla valorizzazione dell’immobile. La stessa difesa non contesta il provvedimento nel merito, ma piuttosto nel «quanto».
«Quanto richiesto dal Comune», spiega l’avvocato Gabriele Della Santa, che patrocina l’hotel con il collega Marco Vorano, «è la sommatoria tra la differenza di valore dell’immobile, in seguito alla variazione di destinazione d’uso di fatto, e una sanzione pari al 100% di questa differenza. Noi non contestiamo la sanzione in sé, ma il valore di riferimento sul quale è stata calcolata la sanzione, sulla base di una perizia effettuata dal Comune sulla carta. A nostro giudizio, il valore dell’immobile non solo è di molto inferiore, ma lo è anche alla luce della crisi del mercato di questi ultimi due anni».
In Comune - da parte degli uffici - ci si limita a osservare, soddisfatti, che pur non trattandosi di una sentenza di merito, i giudici del Tribunale amministrativo hanno di fatto confermato che la sanzione è dovuta: trasformare un appartamento in un’attività ricettiva, senza autorizzazione alcuna, è sanzionabile pesantemente.
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