Venezia, a rischio un processo su tre
Con il disegno di legge sul "processo breve" sono circa il 30 per cento i provvedimenti che rischiano di cadere in prescrizione. Per capire meglio gli effetti del decreto "salva-premier", ecco riportati i dati forniti al Csm da parte del procuratore Vittorio Borraccetti e del presidente dei giudici monocratici Sergio Trentanovi

VENEZIA.
Sono circa il 25-30 per cento i procedimenti che con il cosiddetto "processo breve" rischiano la prescrizione. Questi i dati che il procuratore Vittorio Borraccetti e il presidente dei giudici monocratici Sergio Trentanovi hanno fornito ai membri del Csm. Il primo ha fornito anche una lista tra i tanti di 17 processi "significativi".
Naturalmente, i numeri riguardano solo il Tribunale perchè in Corte d'appello, nel caso il provvedimento del governo venisse approvato definitivamente, si applicherà in un secondo momento e la presidente veneziana Manuela Romei Pasetti ritiene che si arriveranno a prescrivere oltre il 60 per cento dei processi, visto l'arretrato esistente negli uffici giudiziari lagunari a causa delle scopertura nell'organico dei magistrati e del personale amministrativo.
Tra i 17 processi segnalati al Consiglio superiore che rischiano di saltare c'è innanzitutto quello per la corruzione al varco doganale del Porto di Marghera, che vede sette imputati di corruzione tra cui il capo dell'Ufficio accertamenti Paolo Frasson. Un'inchiesta della Squadra mobile coordinata dal pm Emma Rizzato: i doganieri sarebbero venuti a patti con gli spedizionieri per controlli più "snelli" in cambio di merce, dalle stecche di sigarette ai televisori.
Tra la richiesta di rinvio a giudizio, data da cui scattano i due anni per il processo di primo grado oltre i quali viene disposta la prescrizione, e la prossima udienza davanti al Tribunale sono già passati 4 anni. Tra gli altri, c'è anche il secondo procedimento per il traffico di rifiuti di "Nuova Esa" di Marcon in cui sono imputati i vertici dell'azienda di smaltimento rifiuti Gianni Giommi, Robereto Casarin e altri, accusati dal pm Giorgio Gava di ricettazione.
A rischio anche il processo per Lorena Pigozzo, l'ex dirigente dell'Uffiico Urbanistica del comune di Portogruaro accusata di corruzione in concorso con l'avvocato Massimo Carlin.
Quest'ultimo ha già patteggiato davanti al giudice dell'udienza preliminare trovando l'accordo con il pm Rita Ugolini, mentre Pigozzo vuole andare davanti al Tribunale, ma è già passato un anno e mezzo e sicuramente il processo in sei mesi non si concluderà, visto che l'udienza preliminare è stata fissata per il 27 gennaio prossimo.
Stessa fine potrebbe toccare al processo al medico e vice capo dello Spisal dell'Asl 12 Massimo Guidi e agli altri imputati anche di corruzione per un giro di bustarelle per le autorizzazioni per lo smaltimento dell'amianto.
A rischio, comunque, non ci sono solo processi complessi e con numerosi imputati: ad esempio, la prescrizione potrebbe scattare anche per il procedimento per omicidio colposo ai danni di Paolo Berton, che guidando il suo barchino ad alta velocità provocò la morte dell'amico 19enne che era con lui. La richiesta di rinvio a giudizio il pm Stefano Buccini l'ha firmata il 23 luglio dello scorso anno.
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